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L’equazione non può essere automatica: per selezionare una classe dirigente inadeguata non occorre necessariamente aver smarrito il senso della politica. Così come per eleggere un personale politico privo di una reale vocazione alla collettività non occorre che vi sia alla base una logica corruttiva. Il quadro ha molte sfumature e leggerle può aiutare a comprendere da dove iniziare a riparare quando non a riformare. Dopo gli allarmi dei vertici del procuratore capo della Dda salentina Leonardo Leone de Castris (che in Commissione parlamentare Antimafia ha parlato di legami tra candidati e criminalità), di pari passo con lo stillicidio giudiziario che ha colpito negli ultimi anni le figure apicali della macchina regionale, in tanti provano a interrogarsi su come agire e reagire. E la riflessione abbraccia diversi livelli e sensibilità.
La perdita della complessità a scapito dei contenuti
Parte dalle basi Giovanni Pellegrino, amministrativista ed ex senatore: «L’assenza dei partiti, da sempre luoghi deputati alla selezione della classe politica, è un problema con cui facciamo i conti da molto tempo. Io ricordo che alla fondazione del Pds, in quella drammatica due giorni che portò alla scissione di Rifondazione e all’elezione di Achille Occhetto, non capii una sola parola del dibattito. Il motivo? Per comprendere i concetti complessi della politica occorreva una formazione specifica. Ora questa complessità è invece azzerata e banalizzata e questo si ripercuote inevitabilmente sullo spessore di chi ne è portavoce. Ma il problema della classe dirigente - prosegue Pellegrino - riguarda ormai ogni settore della società, fino alle impensabili vicende che hanno coinvolto la magistratura. Negli ultimi decenni - prosegue - la società intera ha conosciuto un progressivo imbarbarimento, a mio avviso dovuto in buona parte all’assenza di approfondimento, in parte frutto della forma stessa dei mezzi di comunicazione dai contenuti minimi e con la possibilità di raggiungere in pochi istanti un numero infinito di persone. Come se ne esce? Non so, il rischio è di cadere nella nostalgia dei tempi che furono ma credo che la scuola potrebbe rimodulare la sua azione in tal senso, aiutando i ragazzi a riscoprire la complessità».
Politica spot, elettori lontani e trattati come utenti
Roberto Voza, ordinario di Diritto del Lavoro nell’Università degli Studi di Bari, fotografa la situazione con uno slogan: “Popolo senza leader e leader senza popolo”. «Colin Crouch nel suo libro pubblicato nel 2003 descriveva il fenomeno della Postdemocrazia, denunciando l’erosione dei caratteri costituenti delle democrazie tradizionali, a favore di nuove forme di esercizio del potere, in senso oligarchico - spiega Voza -: vent’anni dopo le cose non paiono migliorate. La dissoluzione della partecipazione di massa alla vita pubblica priva la discussione politica di luoghi e occasioni di confronto, sostituiti da comunicazioni che – per essere virali – si concentrano più sull’espressione che sul pensiero (parafrasando Croce).
Il potere senza garanzie ostaggio della burocrazia
Quello del potere è un argomento che sottolinea anche Egidio Zacheo, già docente di Scienze politiche presso l’Università del Salento: «Non mi meraviglia l’arbitrio amministrativo, perché in una condizione politica in cui uno solo è al comando (e la legge elettorale delle regioni è una porcheria senza eguali), crea una centralizzazione e personalizzazione senza poteri di bilanciamento da parte dei partiti e del Consiglio. Se io comando da solo - prosegue Zacheo -, è chiaro che il mio collaboratore diventi il funzionario o dirigente a cui sono costretto a dare sempre più spazio e qui interviene il rischio dell’arbitrio. In una realtà come quella regionale, dove gli assessori stessi non contano nulla, è chiaro che in qualche modo la burocrazia prenda il sopravvento. Ed è inutile negare che in un contesto poco virtuoso come quello del Sud l’abuso dell’apparato amministrativo sia quasi inevitabile. L’unica garanzia è la politica, per questo bisogna dare più potere al Consiglio e più autonomia agli assessori».
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Quotidiano Di Puglia