L'oscillazione del Covid è costante in Puglia: l'altroieri 4 casi, ieri 20, ma il boom di contagi arriva dalla Asl di Lecce che ne conta 9. La mappa del Covid si...
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E se da una parte il Covid torna a mordere, sull'altro fronte i sindacati protestano dopo che un medico di base è finito in terapia intensiva e sottolineano il rischio contagio connesso alla scarsezza di dispositivi di protezione. Un allerta che è stato subito colto dal candidato governatore per il centrodestra, Raffaele Fitto. «Da lungo tempo i sindacati medici (Intesa Sindacale, Smi, Snami) sollecitavano il potenziamento della medicina del territorio afferma Francesco Pazienza segretario regionale Smi e la dotazione dei dispositivi di protezione ai medici di famiglia, ai medici di continuità assistenziale, ai medici dei servizi e ai medici del 118 (costretti a volte ad usare per calzari le buste dell'immondizia). Dpi inizialmente forniti dai sindacati medici e, solo successivamente in modo tardivo ed in quantità insufficiente, dalle istituzioni nonostante ci fosse una reale ed urgente necessità di intervento a tutela dell'interesse della salute pubblica». Questa l'accusa e Fitto chiede: «Ma le tonnellate e tonnellate di Dispositivi Individuali di Protezione, costati ai pugliesi circa 50 milioni di euro, giunti dalla Cina con i Boeing atterrati sulla pista di Bari Palese che fine hanno fatto? Lo chiedo senza spirito di polemica, ma per amore della verità. Quella verità che è dovuta ai pugliesi in genere, ma in modo particolare ai medici di base, agli operatori delle Rsa, insomma a tutti coloro che fanno parte di quel baluardo che è la medicina territoriale che in questi anni è stata depotenziata, ma che nella gestione dell'emergenza Covid è stata messa da parte e costretta a non prestare servizio e aiuto ai pugliesi (costretti a rivolgersi ai Pronto soccorso) e agli anziani nelle Rsa». Poi la bacchettata: «Trovo assurdo che oggi, 18 agosto, il sindacato dei medici di base, di fronte al caso di un loro collega ricoverato in terapia intensiva, denuncino ancora la mancanza di DPI come avveniva nei primi periodi di lockdown. Questo significa che la lezione non è servita e che solo nei comunicati della Regione va tutto bene, poi di fatto mancano ancora i dispositivi di prevenzione. Cosa accadrebbe se davvero ci trovassimo di fronte a una seconda ondata?».
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Quotidiano Di Puglia