Gli sfidanti di Michele Emiliano alle primarie del centrosinistra pugliese, per la scelta del candidato unico di coalizione alle Regionali del 2020, sono Fabiano Amati ed Elena...
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Sarà, quindi, un derby interno al Pd, con Emiliano grande favorito alla vittoria finale di gennaio, quando i pugliesi potranno esprimere la propria preferenza sotto i gazebo. All'interno del centrosinistra c'è chi ritiene che sfidare Emiliano alle primarie sia stato un errore, perché avrebbe finito per legittimarlo. È il pensiero dei renziani e anche del senatore Dario Stefàno. Amati, però, ripete che la sua «non è una candidatura tattica».
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Durante l'evento Puglia Next 2025 che si è tenuto dalle 9,30 a Bari, sono stati ufficializzati i nomi dei candidati alle primarie. Alla manifestazione, organizzata da tutti i partiti e movimenti della coalizione del centrosinistra, però niente spazio per interventi politici, a salire sul palco, infatti, solo le gente comune: dall'operaio Ilva al metalmeccanico, passando per la professoressa costretta a trasferirsi al Nord per insegnare, sino al medico e professore universitario.
Il ricorso. Il sociologo Leonardo Palmisano, proprio durante la manifestazione unitaria del centrosinistra ha presentato ricorso contro la sua esclusione dalle primarie. «Abbiamo consegnato 5.789 firme - spiega - ma con una quarantina di minuti di ritardo rispetto alla scadenza delle ore 18 di ieri. Per via di questo ritardo sarei escluso dalla candidatura. Sono venuto per presentare istanza alla commissione di garanzia affinché mi ammetta, altrimenti rischiamo di perdere un bel pezzo di mondo democratico pugliese». Toccherà alla commissione di garanzia esaminare il ricorso e decidere se è fondato o meno.
Le parole dei tre candidati: Emiliano. «Volevo a tutti i costi queste primarie perché la legittimizzazione a candidarsi deve venire dal popolo, dalle persone, i partiti non hanno più questa capacità», ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, presente alla manifestazione unitaria.«I miei avversari alle scorse Regionali - continua - sono stati definiti chissà in quale segreteria romana, probabilmente anche adesso la destra estremista definirà il candidato chissà in quale posto, lo stesso farà il M5s. Noi ci teniamo a passare dal gesto democratico che sono le primarie. Per me il tempo per fare campagna per le primarie non ci sarà ma mi affido al popolo pugliese». Sulla data di svolgimento delle primarie, fissate al 12 gennaio, dice: «Avevo sempre detto che dobbiamo fare le primarie e che prima le facciamo meglio è. Però ora è importante che la coalizione sia unita. L'assenza del senatore Dario Stefàno? Sono i benvenuti ma la 'Puglia in Più' non è un partito politico, non ha mai fatto parte del tavolo della coalizione, è un movimento, credo, creato quando il senatore era nel partito di Nichi Vendola. Stefàno, però, fa parte del Pd e immagino starà nel Pd». Apertura anche verso Italia Viva: «È benvenuta, i renziani hanno tante responsabilità ma il tempo è galantuomo molte di queste responsabilità sono stata rese evidenti. Volevano espellermi dal Pd, ora se ne sono andati loro», ha concluso.
Amati. «Sono primarie in cui si mettono in campo proposte diverse rispetto a quelle di Michele Emiliano. Mi rivolgo ai cittadini pugliesi tutti, non ad ambiti ristretti o di militanza politica. Io candido un programma non me stesso». Lo ha detto Fabiano Amati, consigliere regionale del Pd e fondatore di C-entra il futuro. Amati elenca alcuni dei punti del suo programma: «Da consigliere regionale, ad esempio, ho fatto la battaglia per le liste di attesa, per difendere le persone in fila al Cup - argomenta - dicendo che dobbiamo sospendere l'attività libero professionale se c'è disallineamento, quella proposta mi è stata sabotata; è chiaro se dovessi essere io presidente di questa Regione sarà uno dei primi punti del programma». Per quanto riguarda la «Xylella - rileva - sono per la linea che bisogna svolgere le attività di contenimento. Non lo abbiamo fatto e la Xylella è arrivata alla Piana degli ulivi monumentali e speriamo non vada oltre. Ilva? Non c'è piano B, industria va tenuta aperta soprattutto per realizzare il piano ambientale che costa miliardi di euro che noi non abbiamo. Abbandonare l'industria significa distruggere l'apparato economico e non avere le bonifiche e rimanere con l'inquinamento. Io propongo e candido soluzioni non problemi».
Gentile. «Io ritengo di essere per davvero l'alternativa al presidente Emiliano dentro una storia conosciuta e riconosciuta che ha cercato di unire tradizione e innovazione già un decennio fa, nella pagina più bella ed emozionante del centrosinistra pugliese. Chiederò al presidente Nichi Vendola e ai tanti che hanno condiviso quelle esperienza di grande innovazione di essere al mio fianco», ha detto Elena Gentile. «Io voglio tenere insieme le forze autentiche del centrosinistra, senza cedere - ha sottolineato - ai trasformismi e trasversalismi. Dobbiamo ripartire da quella storia scritta nel decennio di Vendola per riproporre la Puglia come regione locomotiva di un Mezzogiorno che finalmente deve costruire le condizioni per fare squadra. Voglio partire dal welfare, per me pagina più bella durante quel governo, voglio restituire dignità e protagonismo a chi non ce l'ha fatta e a chi vuole tornare ad essere visibile. Non, quindi, un welfare assistenziale, non il reddito di inclusione, non il reddito di cittadinanza ma nuove e vere politiche di inclusione attraverso formazione e politiche attive del lavoro». Sulla vicenda Ilva aggiunge: «Il siderurgico deve essere messo in sicurezza e deve essere anche valorizzato. Nei tempi dei dazi dobbiamo proporre all'Europa uno schema di protezione». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia