Rincari in bolletta e nel paniere. Cresce la rivolta delle associazioni dei consumatori: «Colpite le famiglie più fragili»

Rincari in bolletta e nel paniere. Cresce la rivolta delle associazioni dei consumatori: «Colpite le famiglie più fragili»
Cresce la rivolta delle associazioni dei consumatori: da un lato i rincari in bolletta per il prossimo autunno, anticipati dal ministro alla Transizione ecologica, Roberto...

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Cresce la rivolta delle associazioni dei consumatori: da un lato i rincari in bolletta per il prossimo autunno, anticipati dal ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, dall’altro l’aumento dei costi delle derrate alimentari, frutto dell’impennata dei prezzi delle materie prime, a cominciare dalla semola di grano duro che avrà una ripercussione su pane e pasta, beni di prima necessità di cui non si può certo fare a meno. Ma i rincari riguardano anche la benzina e il gasolio. Spese insostenibili per le famiglie, che si ritroveranno a dover sborsare 500 euro in più, questa la previsione, motivo per cui i consumatori hanno già annunciato uno sciopero dei consumi per dire no all’aumento del prezzo per energia e gas, ma altre azioni sono pronte per essere cantierizzate se il governo non interverrà per scongiurare la stangata. Intanto, contro i rincari che rischiano di abbattersi sugli italiani, Assoutenti e Movimento Consumatori hanno chiamato a raccolta le associazioni del Cncu, al fine di organizzare una protesta nazionale, con i cittadini invitati a non fare acquisti per un giorno per protestare contro gli aumenti di prezzi e tariffe che rischiano di impoverire ulteriormente una consistente fetta di popolazione, già messa in ginocchio dall’emergenza Covid. 

Le associazioni dei consumatori

Secondo il Codacons, gli aumenti graveranno maggiormente sui nuclei numerosi e su quelli a basso reddito. Le conseguenze, sempre secondo l’associazione, non si limiterebbero solo alle bollette di luce e gas: un tale rincaro produrrebbe un incremento dei costi per industrie aziende, da cui deriverebbe un aumento generalizzato dei prezzi al dettaglio. Il dato definitivo sul mese di agosto, fornito proprio ieri dall’Istat, fotografa un indice dei prezzi al consumo in crescita del 2% rispetto a un anno prima e dello 0,4% rispetto a luglio.
«È chiaro che l’aumento dei costi dell’energia e del gas provocherà anche l’aumento dei prezzi di moltissimi prodotti e questo potrebbe determinare una contrazione degli acquisti da parte delle famiglie, con conseguenze riversate sull’economia nazionale - ribadisce il presidente di Codacons Puglia, Antonio Maria Scalioti -. Era facilmente prevedibile che l’inserimento nel mercato delle potenze asiatiche avrebbe determinato una domanda enorme di fonti energetiche, appunto da parte di queste nazioni. E, allora, alle previsioni allarmistiche rese dal ministro Cingolani che hanno aperto un enorme dibattito, quello che, come presidente regionale del Codacons Puglia, domando è: “Cosa ha fatto la politica italiana per favorire la produzione di fonti alternative e la transizione energetica responsabile, attraverso procedimenti e tecniche non inquinanti? Perché si riversano sempre sulle famiglie italiane i problemi di scelte politiche sbagliate?”». Sulla questione rincari interviene anche il presidente di Udicon (Unione difesa consumatori) di Lecce, Biagio Malorgio: «Il problema adesso è capire bene il meccanismo per cui avvengono questi aumenti, bisogna approfondire in sede di governo il problema di come eliminare gli oneri impropri, a partire dall’Iva. Infine, terza questione, occorre garantire comunque i soggetti più deboli, così com’è già stato fatto in questi mesi di pandemia». Malorgio conferma la preoccupazione dei consumatori. «Anche perché prima dell’annunciato aumento del 40% da parte del ministro Cingolani, vale la pena ricordare che c’era già stato un altro tentativo di aumento del 20%, scongiurato al fotofinish».

L'intervento del governo

Nel frattempo, per fronteggiare i forti rincari delle bollette, che secondo il ministro della Transizione ecologica, viaggerebbero al momento attorno al 40% per l’elettricità e al 31% per il gas, il governo studia un intervento sulla componente fiscale pagata dai consumatori del mercato tutelato (famiglie e microimprese) con le tariffe dell’energia. L’opzione principale sul tavolo del ministero dell’Economia sarebbe infatti quella di una sterilizzazione dell’Iva in relazione all’incremento tariffario. Tra le alternative in esame c’è anche un intervento una tantum per ridurre gli oneri in bolletta, come fatto a luglio. In ogni caso si sta accelerando per una misura urgente da approvare prima dei rincari che scatteranno il 1° ottobre. Tra le ipotesi al vaglio, come detto, resta in piedi anche una via alternativa sul modello di quanto predisposto a luglio quando, come si ricorderà, per attutire l’impatto sulle tariffe, l’esecutivo sfornò una manovra last minute da 1,2 miliardi ridimensionando significativamente gli oneri generali relativi al sostegno delle rinnovabili (la cosiddetta componente Asos)e dimezzando di fatto l’incremento definitivo al 9,9 per cento. 

 

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Quotidiano Di Puglia