L'emergenza in Puglia adesso si chiama Rsa: le residenze sanitarie, in particolare quelle per anziani, si sono trasformate in focolai di coronavirus, degli oltre 3mila contagi...
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Ecco alcune delle principali azioni che verranno messe in campo per riportare alla normalità la situazione: tamponi a tappeto su ospiti e operatori delle Rsa e Rssa, i test verranno ripetuti a distanza di 14 giorni; creazione anche con una riorganizzazione logistica degli spazi già esistenti - di aree Covid dove isolare i pazienti positivi, dove non sia necessario il ricovero in ospedale, e aree Covid free destinate ad ospitare i soggetti non contagiati e assistiti da altro personale per evitare qualsiasi forma di contatto con i pazienti positivi. Gli operatori delle Asl saranno a disposizione per monitorare le condizioni di salute degli ospiti e intervenire con terapie specifiche Covid. In particolare, è previsto l'impiego di medici geriatri, pneuomologi, radiologi, igienisti e specialisti di medicina interna. Inoltre, verranno distribuiti kit completi di dispositivi di protezione individuale. Infine, tutte le strutture socio sanitarie resteranno sotto monitoraggio delle Asl, la situazione di ospiti e operatori verrà aggiornata quotidianamente per poter individuare in tempi rapidi l'eventuale insorgenza di nuovi casi di positività al virus. Dovranno essere garantiti, attraverso tablet e smartphone, contatti giornalieri tra ospiti e famigliari.
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All'incontro in videoconferenza - ha partecipato il presidente Michele Emiliano con il direttore del dipartimento Politiche della Salute, Vito Montanaro. «Il piano spiega Montanaro - sarà attuato anche con un rafforzamento delle attività sanitarie garantite dalla Asl, con l'ausilio di operatori sanitari del servizio pubblico. È necessario salvaguardare il settore delle residenze sanitarie assistenziali, che assiste giornalmente con dedizione una fascia di popolazione molto fragile». Il piano servirà a gestire sia la fase emergenziale che la successiva fase a medio e lungo termine. Le strutture private, quindi, dovranno collaborare con la compilazione di un questionario di autovalutazione predisposto sulla base delle linee guida regionali relative alla prevenzione e gestione del rischio da infezione. Al termine dell'emergenza alcune di queste Rsa potranno trasformarsi in centri anti Covid dove verranno ospitati pazienti guariti, questo è uno degli obiettivi della Regione: rivisitare il settore sociosanitario anche mediante la ridefinizione dei percorsi assistenziali e la rimodulazione delle funzioni delle strutture.
La gestione delle residenze sanitarie è finita nel mirino di quasi tutte le procure pugliesi, sono state aperte inchiesta a Bari, Lecce, Taranto e, ultima in ordine di tempo, Trani. L'ipotesi di reato sulla quale sta lavorando la Procura di Trani è la violazione delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro relative alla valutazione del rischio biologico. Per il momento l'inchiesta, delegata dal procuratore Renato Nitti ai carabinieri del Nas, riguarda l'Opera Don Uva di Bisceglie, dove i casi accertati di contagio da Coronavirus sono complessivamente 46 (37 pazienti e 9 operatori sanitari). I militari hanno acquisito ieri mattina la documentazione negli uffici della Asl Bat e poi andranno al Don Uva. Gli accertamenti disposti dalla magistratura tranese sono finalizzati a verificare che il personale sanitario impiegato nella casa di riposo di Bisceglie fosse dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale a tutela propria e degli anziani ospiti. L'eventuale violazione di queste norme sulla sicurezza potrebbe configurare - qualora accertata - la più grave ipotesi di reato di epidemia colposa.
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Quotidiano Di Puglia