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L’effetto green pass ha registrato un’accelerata consistente, come del resto ci si aspettava, anche in Puglia. Infatti, dall’entrata in vigore dell’obbligo di certificazione verde sono all’incirca seimila in più i tamponi eseguiti quotidianamente per poter ottenere il permesso verde necessario per accedere nei luoghi di lavoro. Un dato ufficializzato dal direttore del Dipartimento regionale di Prevenzione della Salute, Vito Montanaro, che sottolinea: «Prima dell’obbligatorietà del green pass in Puglia registravamo dai 14 ai 15mila tamponi al giorno, ora invece sono 20/21mila i tamponi eseguiti quotidianamente. Un incremento del 30% dovuto proprio all’effetto prodotto dal vincolo di presentazione del certificato verde, che spinge 5/6mila lavoratori a eseguire il test». Stando a quanto confermato da Montanaro, crescono pure le vaccinazioni. «Molti lavoratori, quelli intimoriti dal vaccino, per effetto dell’obbligo introdotto hanno avuto la spinta decisiva a vaccinarsi - sostiene il direttore -. Ben diverso è invece per i no vax convinti, i quali continueranno a fare il tampone ogni per recarsi sul posto di lavoro».
Lo sprint in Italia
Anche in Italia è stata superata la prova del primo lunedì con le nuove regole, dopo il debutto di venerdì scorso: nessun incidente, né ripercussioni di rilievo sull’operatività di uffici, aziende e servizi. Tutto è filato liscio ad eccezione degli scontri nel porto di Trieste e una manifestazione che ha bloccato il porto di Ravenna.
Le code in farmacia
La corsa al tampone ha comportato code in farmacia e hub sanitari, sebbene il vero “boom” sia stato registrato a cavallo dall’entrata in vigore dell’obbligo della certificazione per i lavoratori: tra il 14 ed il 16 ottobre sono stati infatti scaricati ben 2,5 milioni di certificati verdi con il record toccato proprio venerdì (867.039). Sono al momento tre i tamponi che consentono di ottenere la certificazione verde Covid-19. Al tampone molecolare e a quello antigenico rapido si è aggiunto il test salivare molecolare (utilizzato anche per il monitoraggio della circolazione del virus SarsCoV2 nelle scuole e in altri contesti limitati). Resta escluso, invece, l’altro test salivare, quello rapido, non raccomandato per l’insufficiente livello di precisione. Il principale e più affidabile strumento diagnostico resta il tampone molecolare naso orofaringeo che consiste in un’indagine capace di rilevare il genoma (Rna) del virus nel campione biologico. L’esito di questo tampone si ottiene mediamente in tre/sei ore ed ha un costo alto: 60 euro. L’antigenico costa invece 15 euro per gli adulti e 8 euro per i minorenni. Ma l’effetto green pass sul lavoro si è visto anche sui certificati di malattia che venerdì 15 ottobre sono stati il 23% in più rispetto al venerdì precedente.
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Quotidiano Di Puglia