«Se il governo, pur interrogato sulla vicenda, tace, la Regione sul medesimo tema certo non urla. Delle due l'una: Emiliano mantenga gli impegni assunti lo scorso mese...
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A tirare in ballo il governo regionale, auspicando dal canto suo altrettanta chiarezza, anche il consigliere regionale Sergio Blasi, firmatario di una interrogazione rivolta al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all’assessore ai Trasporti Giovanni Giannini, invitati a passare dalle promesse ai fatti. Ad oggi infatti da parte della Regione non risultano assunti a questo scopo precisi impegni di bilancio. «È molto importante che la questione del potenziamento dei trasporti verso il Salento venga trattata con la massima serietà. Dopo lo scandalo della gestione delle Sud Est, e in attesa che la rete ferroviaria locale venga riconsegnata alla normalità, è importante dare un segnale di attenzione al territorio salentino, che senza impegni concreti rischierebbe di ritrovarsi tagliato fuori dalla rete italiana del trasporto veloce», spiega Blasi. Ma da Bari l'assessore Giannini replica: «La questione del Frecciarossa è all'attenzione dell'ufficio di presidenza».
Ma dalla presidenza, ad oggi, nessun segnale. «Viene il sospetto che anche sul Frecciarossa fino a Lecce pesi l’ombra della diatriba tra Renzi ed Emiliano», accusa così Paolo Pagliaro, dell'ufficio di Presidenza di Forza Italia. «Il Piano regionale dei Trasporti del 2010 aveva già mortificato il Salento e messo la pietra tombale sull'alta velocità fino a Lecce scegliendo e investendo su Bari come stazione di testa. Ora è chiaro che se anche un impegno solennemente assunto di portare almeno il Frecciarossa venisse meno, per questo territorio non ci sarebbe più alcuna speranza». E Pagliaro conclude: «L’anno scorso la nostra terra ha avuto uno scatto di reni, con una grandissima mobilitazione che ha visto in prima linea gli organi di informazione, in primis il Nuovo Quotidiano di Puglia, i cittadini e le istituzioni (a parte qualche politico di vecchia data che avrebbe potuto agire prima, anziché protestare dopo). Dal clima di trionfo, oggi si passa alla delusione, perché è evidente che si paghi lo scotto della guerra di potere nel Partito Democratico». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia