«Frecciarossa a Lecce: Regione in silenzio dopo un sì di facciata»

«Frecciarossa a Lecce: Regione in silenzio dopo un sì di facciata»
di Nicola QUARANTA
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Mercoledì 4 Maggio 2016, 10:52
«Se il governo, pur interrogato sulla vicenda, tace, la Regione sul medesimo tema certo non urla. Delle due l'una: Emiliano mantenga gli impegni assunti lo scorso mese di ottobre nel tavolo ministeriale con Trenitalia, metta a disposizione le risorse necessarie per il prolungamento dell'alta velocità sino a Lecce e dica una volta per tutte se e quando il “Frecciarossa” per il Salento sarà attivato. Senza impegni concreti, la Regione sarà inadempiente quanto il Governo. Ed Emiliano, esattamente come Renzi, dovrà rendere conto al territorio». Il senatore Vittorio Zizza (Cor) soltanto qualche settimana fa aveva presentato sull'argomento, insieme al suo gruppo, un'interrogazione parlamentare rivolta al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio: «Raccogliendo i timori e le sollecitazioni degli operatori turistici, abbiamo chiesto al ministro di chiarire i tempi di attivazione della tratta ad alta velocità Bari-Lecce. È già trascorsa qualche settimana da quella istanza di chiarimenti. Il “Frecciarossa” a Lecce ancora non c'è né è possibile effettuare alcuna prenotazione per l'estate, ormai imminente. Il silenzio non può che alimentare una convinzione su tutte: la mancanza di volontà da parte del Governo di dare seguito agli accordi sottoscritti con la Regione Puglia e Trenitalia. Ed è altrettanto grave che la Regione sulla questione resti in silenzio e non alzi la voce per pretendere il rispetto di quanto previsto dal nuovo contratto stipulato nell'autunno scorso con i vertici della società e il governo». Dal fronte dei grillini interviene il deputato Diego De Lorenzis[FI], capogruppo M5S della Commissione Trasporti: «Condivido la campagna per il Frecciarossa a Lecce e così pure le aspettative della comunità locale. Ma più volte ho sostenuto che sul Frecciarossa a Lecce, il ministro Delrio ha rifilato una raffica di promesse senza alcun elemento concreto ed è inaccettabile che in una sede istituzionale si raccontino favole. Trenitalia e Regione Puglia nel tavolo al Ministero hanno riconosciuto che l’unico modo di finanziare le corse del treno aggiuntivo, che è un servizio a mercato, è tramite l’incremento del biglietto senza dirlo all’opinione pubblica. Ovviamente si comprende per quale ragione un’azienda non voglia accollarsi costi che per un servizio che ad oggi fino a Bari produce perdite per diversi milioni di euro».

A tirare in ballo il governo regionale, auspicando dal canto suo altrettanta chiarezza, anche il consigliere regionale Sergio Blasi, firmatario di una interrogazione rivolta al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all’assessore ai Trasporti Giovanni Giannini, invitati a passare dalle promesse ai fatti. Ad oggi infatti da parte della Regione non risultano assunti a questo scopo precisi impegni di bilancio. «È molto importante che la questione del potenziamento dei trasporti verso il Salento venga trattata con la massima serietà. Dopo lo scandalo della gestione delle Sud Est, e in attesa che la rete ferroviaria locale venga riconsegnata alla normalità, è importante dare un segnale di attenzione al territorio salentino, che senza impegni concreti rischierebbe di ritrovarsi tagliato fuori dalla rete italiana del trasporto veloce», spiega Blasi. Ma da Bari l'assessore Giannini replica: «La questione del Frecciarossa è all'attenzione dell'ufficio di presidenza».
Ma dalla presidenza, ad oggi, nessun segnale. «Viene il sospetto che anche sul Frecciarossa fino a Lecce pesi l’ombra della diatriba tra Renzi ed Emiliano», accusa così Paolo Pagliaro, dell'ufficio di Presidenza di Forza Italia. «Il Piano regionale dei Trasporti del 2010 aveva già mortificato il Salento e messo la pietra tombale sull'alta velocità fino a Lecce scegliendo e investendo su Bari come stazione di testa. Ora è chiaro che se anche un impegno solennemente assunto di portare almeno il Frecciarossa venisse meno, per questo territorio non ci sarebbe più alcuna speranza». E Pagliaro conclude: «L’anno scorso la nostra terra ha avuto uno scatto di reni, con una grandissima mobilitazione che ha visto in prima linea gli organi di informazione, in primis il Nuovo Quotidiano di Puglia, i cittadini e le istituzioni (a parte qualche politico di vecchia data che avrebbe potuto agire prima, anziché protestare dopo). Dal clima di trionfo, oggi si passa alla delusione, perché è evidente che si paghi lo scotto della guerra di potere nel Partito Democratico».
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