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«Pena di morte per i femminicidi e per ogni delitto simile. Ora e per sempre». Si chiude così il post Facebook di Pippi Mellone, sindaco di Nardò. Un post che ha inevitabilmente diviso e fatto discutere, tra favorevoli e contrari.
Il post
«Sento molte analisi sociologiche - scrive il primo cittadino "civico di destra" - tanti intellettuali indaffarati a illustrare le ragioni, le migliori menti della nazione intente a scavare nelle ragioni più profonde, mentre i telegiornali ogni giorno raccontano storie sempre più assurde e dolorose.
Nei commenti al post, non manca chi contesta in modo deciso: «Queste parole sono pericolose perché minano un fondamento basilare del nostro sistema. La nostra Costituzione esprime un concetto ben diverso e lei dovrebbe saperlo»; «nessuno ha il diritto di togliere la vita a qualcuno, nessuno può paragonarsi a Dio. Ergastolo, semmai». E ancora, c'è chi si concentra su un altro punto senz'altro controverso del post: «Definirli "matti" ho paura che vada a loro favore. Sono assassini che premeditano».
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