Enoturismo,in Puglia ancora niente autorizzazioni. Si attende la legge regionale

Enoturismo,in Puglia ancora niente autorizzazioni. Si attende la legge regionale
Enoturismo e ripartenza: la ripresa dell’intero settore turistico è legata anche allo sviluppo di particolari segmenti. La Puglia cerca di mettersi al passo con la...

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Enoturismo e ripartenza: la ripresa dell’intero settore turistico è legata anche allo sviluppo di particolari segmenti. La Puglia cerca di mettersi al passo con la disciplina nazionale che regola il settore enoturistico ma rischia di allungare i tempi, avviando un nuovo iter per approvare la legge regionale.

Giro d'affari da 4 milioni l'anno

Questo segmento, in continua crescita in Italia per un giro di affari che si attesta sui 4 milioni di euro all’anno, con circa 3 milioni di turisti che si muovono alla scoperta di cantine e territori a forte vocazione vitivinicola, è entrato solo di recente nel quadro legislativo italiano, con l’emanazione del decreto del 12 marzo 2019 “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità̀ per l’esercizio dell’attività enoturistica”. In Puglia però da allora non è ancora possibile avviare una Scia per svolgerla in piena regola. A seguito della legge nazionale, infatti, le Regioni avrebbero dovuto recepire la norma e attivare la macchina burocratica necessaria. Prima fra tutte la Lombardia, seguita da Veneto e Toscana fra le altre. In Puglia invece, nei giorni scorsi, con la stagione turistica alle porte, è stata presentata, dal gruppo consiliare regionale della Lega, una nuova proposta di legge, con l’intento di «colmare il vuoto normativo regionale in materia», ma che porterebbe a prolungare ancora di più l’attesa degli operatori interessati. Dopo le prime audizioni con alcune associazioni di categoria, è stata inoltrata richiesta agli operatori, per il tramite delle stesse, di fornire osservazioni circa la proposta.

Il senatore Stefàno (Pd): «La normativa c'è: si rischia confusione con una nuova legge regionale» 

Una scelta che solleva alcune critiche. Tanto più in un momento delicato per l’economia del comparto turistico in genere in cui proprio l’enoturismo, per le sue caratteristiche, potrebbe rappresentare una delle principali leve per la ripartenza. Perplesso anche il senatore Dario Stefàno (Pd), promotore dell’emendamento sull’enoturismo che ha portato all’approvazione della normativa vigente: «C’è un primo equivoco di fondo. Il punto inspiegabile è come mai a distanza di due anni ancora in Puglia non ci sia stata la presa d’atto della legge nazionale. Il decreto attuativo del 2019, firmato da Franceschini e Centinaio, inoltre è stato adottato di intesa con la Conferenza permanente delle regioni, di cui in quel periodo la stessa Puglia aveva il coordinamento agricolo. Le linee guida e gli standard sono stati dunque condivisi. Pertanto a vari anni di distanza rimettere in piedi un intero iter legislativo che porti all’approvazione di una legge regionale sulla stessa materia dell’enoturismo potrebbe comportare quella confusione normativa giustamente spesso vituperata dagli operatori».La proposta di legge presentata peraltro richiama in gran parte gli stessi criteri declinati nella disciplina nazionale, ma qualora vi fossero degli elementi di contrasto, soprattutto in materia fiscale non di competenza regionale, si potrebbe incorrere in una impugnativa da parte del Governo magari con richiesta di sospensiva. «Non spetta a me – continua Stefàno - interferire nel lavoro del Consiglio regionale ma non posso non manifestare preoccupazione per il ritardo dell’entrata in vigore di una norma per la quale è sufficiente una presa d’atto delle disposizioni nazionali mediante delibera. Il quadro normativo esistente è ben articolato e consentirebbe con una semplice scia di avviare l’attività con standard definiti e un quadro fiscale semplificato. La Puglia deve ripartire, e viene indicata come una delle mete più ambite, l’enoturismo è un settore determinante per la ripartenza del turismo. Perché far passare l’estate e non dare da subito la possibilità di lavorare in regola?».


Il decreto del 2019 definisce quali attività rientrano in tale ambito, e le modalità e i criteri con i quali devono essere svolte e pubblicizzate. Tra queste: visite guidate ai vigneti dell’azienda e in cantina; visite ai luoghi di esposizione degli strumenti, della storia e della pratica dell’attività vitivinicola ed enologica; iniziative di carattere didattico, culturale e ricreative svolte e degustazioni.
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Quotidiano Di Puglia