OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Ci sarà una seconda lista in corsa per le elezioni degli organismi regionali di Anci che si terranno questa mattina al teatro Orfeo di Taranto. Il fronte dei piccoli comuni, trasversale e poco rappresentato, come emerso dal dibattito dello scorso 13 marzo dovrebbe puntare su Fabio Tarantino, sindaco di Martano, già autore di una richiesta volta a cambiare il peso all’interno dell’organismo, ingessato, secondo quanto riferito dal presidente dimissionario, Ettore Caroppo, «dalle correnti interne al Pd che hanno già deciso come muoversi e chi designare». La scelta di Fiorenza Pascazio, sindaca di Bitetto infatti ha creato molti mal di pancia tra gli associati, poco entusiasti di dover accettare nomi “paracadutati” dai vertici regionali e non poter esprimere una propria visione di coordinamento. La proposta di Tarantino puntava a cambiare la rappresentanza basando l’elezione sulla proporzione legata al numero dei comuni che compongono la provincia di appartenenza.
Il quadro
Nel dettaglio, per quanto riguarda i 257 comuni pugliesi, i 60 consiglieri sarebbero stati eletti dividendo per il numero delle amministrazioni provinciali con un correttivo di +1 per Brindisi e + 2 per Taranto, e di -1 per Lecce, Foggia e Bari, dando così un peso specifico ai territori. Una soluzione che però non è passata al vaglio del congresso di venti giorni fa, come anche la possibilità di rinviare a dopo le elezioni comunali previste per maggio la scelta dei nuovi vertici, in un’operazione definita “conservatrice” dai proponenti.
L’indicazione della sindaca di Bitetto ha messo in luce i contrasti di un organismo che si è rivelato tutto meno che unitario al suo interno, specie negli ultimi tempi, dando spazio a veleni e a contrasti tutti di natura politica: Pascazio è infatti presidente dell’Agenzia Regionale dei rifiuti che proprio di recente è entrata in Aseco, la società di Acquedotto Pugliese, con una decisione che anche in quel caso è stata tacciata di scarsa collegialità. Non solo. Dal confronto è venuto fuori che proprio l’amministrazione bitettese era una di quelle - una settantina in Puglia - ad essere morose della quota statutaria del 2022, circa 2mila euro non versate, situazione che avrebbe impedito alla prima cittadina di essere eletta come previsto dallo statuto. Pascazio è corsa ai ripari con una determina che ha creato un piccolo debito fuori bilancio, saldando anche il dovuto per il 2023. Operazione che però ha gettato altra benzina sul fuoco e che, proprio sul filo di lana, ha spinto sindaci e amministratori a ragionare sulla volontà di presentare un’alternativa davanti all’assemblea tarantina.
Almeno questo è l’intendimento che si protrarrà fino all’apertura del congresso.
Quotidiano Di Puglia