Smettetela di trattarci come sudditi, la pazienza ha un limite

Smettetela di trattarci come sudditi, la pazienza ha un limite
Per favore, smettetela di trattarci come dei sudditi incapaci di intendere e di volere. Di considerarci degli analfabeti che non sanno leggere né capire, dei minus habens...

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Per favore, smettetela di trattarci come dei sudditi incapaci di intendere e di volere. Di considerarci degli analfabeti che non sanno leggere né capire, dei minus habens da addomesticare iniettando, attraverso interviste e dichiarazioni, dosi di paura alternate a dosi di ottimismo. Smettetela di dirci mezze verità e mezze bugie, di interpretare i dati e gli indicatori a seconda delle convenienze politiche per costruire carriere e fortune personali, di apparire sugli schermi solo per guadagnare visibilità e popolarità, di far prevalere la logica del consenso anche su una così tragica emergenza. La gestione elettoralistica della prima ondata e la gestione confusionaria della seconda, figlia legittima della prima, hanno già creato troppi danni, sofferenze e lutti nella vita delle persone, nonostante i sacrifici imposti.


Abbiamo capito da molti mesi, ormai, di dover soppesare le parole e interpretare le dichiarazioni di Emiliano e di Lopalco a seconda della situazione in cui si trovano, della tribuna da cui si esibiscono, degli interlocutori - più o meno qualificati - che hanno di fronte. Un continuo stop and go, un'oscillazione perpetua tra lassismo e rigorismo, spesso alimentata dallo stucchevole e irritante gioco a scaricare su altri le proprie responsabilità. Sterminata è la letteratura di detti e contraddetti su scuola, curva dei contagi, alto tasso di positività e alto tasso di mortalità, ricoveri, terapie intensive, tamponi, decessi (ora che sono tanti, ci dicono che sono spalmati su più giorni) e interpretazioni di comodo dell'Rt (quando è alto viene ritenuto un indice inutile e fuorviante, quando è basso invece è preso a conferma della bontà delle proprie azioni). Tutto ciò sta trascinando sempre più giù la credibilità di chi è chiamato a gestire l'emergenza. Tant'è che anche l'affollato club dei nasi turati al recente voto regionale, nel momento in cui è stato costretto a riaprire le narici, non ha potuto fare a meno di riaprire anche gli occhi. Eloquenti i titoli, le interviste e gli articoli sui giornali regionali negli ultimi giorni, innanzitutto su quelli più apertamente schierati nella recente campagna elettorale per il prolungamento della cosiddetta primavera pugliese(?): chi esaltava appena due mesi fa, alla vigilia del voto, la gestione della prima fase della pandemia, oggi non esita a parlare di incubo, disastro, approssimazione, impreparazione.


E, purtroppo, il problema non è solo pugliese. Se anche a livello nazionale le istituzioni più prestigiose danno indicazioni diverse e contrastanti tra loro a distanza di poche ore, allora diventa davvero una tragica farsa quella che stiamo vivendo. Il caso di ieri, giorno in cui è stato toccato nella nostra regione il più alto numero di decessi dall'inizio della pandemia, è emblematico. Nel report dell'Istituto superiore di sanità, rilanciato dalle agenzie di stampa, si legge che la Puglia resta (con Calabria e Sardegna) una zona ad alto rischio. Classificazione che prevederebbe per 3 o più settimane consecutive, specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale. Per tutta risposta, qualche ora dopo, il ministro Speranza firma l'ordinanza per il passaggio della Puglia da zona arancione a zona gialla, con l'allentamento delle restrizioni. Vi pare normale? O c'è qualche cosa che non quadra? E se le cose non quadrano, fino a quando si può abusare della pazienza dei sudditi, trascinando le loro sofferenze in una (purtroppo) non improbabile terza ondata? Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia