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Scuola: dalla Puglia a Roma, in piazza del Popolo, per reclamare il ritorno in classe di tutti gli studenti di ogni ordine e grado. È stata una grande iniziativa, quella promossa da oltre trenta Comitati e associazioni di tutta Italia, che ha visto anche la partecipazione di una nutrita delegazione partita dalla Puglia. «In tutte le scuole le campanelle devono tornare a squillare, perché sono pronte in tutte le Regioni - ha ribadito al microfono uno dei responsabili della manifestazione -. Siamo qui in rappresentanza dei Comitati che raccolgono oltre 45mila aderenti in tutta Italia. È una vergogna che un Paese civile non sappia tutelare le persone più fragili. Un anno fa abbiamo accettato il lockdown e tutte le misure di rigore e sicurezza perché eravamo sconvolti dallo tsunami che ci aveva colpiti, ma ora è inammissibile che a distanza di un anno si sia fatto così poco. Cosa è andato storto? I nostri ragazzi hanno sprecato un anno, mentre i loro coetanei degli altri Paesi europei hanno avuto una diversa opportunità. Tutto questo perché il Paese non ha una visione del futuro».
La mobilitazione
Studenti, genitori e insegnanti aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza”, ieri pomeriggio, sono scesi in piazza per chiedere con forza il rientro a scuola per tutti gli studenti, anche in zona rossa. «A poco più di due mesi dalla fine dell’anno scolastico non possiamo lasciare ancora una volta a casa milioni di studenti – hanno ribadito i manifestanti –.
L'ordinanza pugliese
Nonostante il decreto, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha però emanato una nuova ordinanza rimettendo di nuovo nelle mani della famiglie la scelta di mandare o meno i propri figli a scuola in presenza. E si andrà avanti così, almeno finché la curva dei contagi non si abbasserà. Ma le famiglie che fanno capo ai Comitati di Scuole diffuse in Puglia obiettano: «La pazienza delle famiglie e degli studenti si è esaurita».
La ricerca
A confermare che non c’è correlazione tra seconda ondata e scuola è stata l’epidemiologa Sara Gandini, che ha guidato un gruppo di scienziati in un lavoro teso proprio a dimostrare che le scuole non sono fonte di contagio. «Abbiamo raccolto nuovi dati, che vanno analizzati con competenza, pubblicati scientificamente - ha spiegato l’epidemiologa Gandini -. Questa volta i dati parlano e sono stati, finalmente, ascoltati. Abbiamo mostrato numeri raccolti nel 97% delle scuole italiane, e tutti i dati sono in accordo con la letteratura internazionale: le scuole non sono la causa della seconda ondata. Se si rispettano i protocolli le scuole possono riaprire per tutti».
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Quotidiano Di Puglia