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Due nuove proposte arricchiscono il dibattito sui contenitori da riservare ai grandi eventi nel Salento. «Utilizziamo le cave di Gallipoli», suggerisce l’imprenditore Giuseppe Coppola. «E perché non le aree industriali?», incalza il presidente di Asi Lecce, Massimo Albanese. Se n’è cominciato a discutere già due ore dopo la fine del concerto dei Negramaro, organizzato il 12 agosto nell’area dell’aeroporto “Fortunato Cesari” di Galatina e partecipato da 40mila persone. Un evento che se, per un verso, ha testimoniato ancora una volta la diffusa passione per la band salentina, per l’altro ha messo a nudo il gap infrastrutturale che la provincia di Lecce, pur nella sua affermata veste di meta turistica top, patisce anche nell’ambito della cultura e dello spettacolo. Tanto che, tra le migliaia di lamentele dei fan che hanno subito disagi per raggiungere la location e l’offerta di tutela del Codacons, qualche sindaco - come Carlo Salvemini, primo cittadino di Lecce - ha posto seriamente la questione dell’individuazione di spazi adeguati a ospitare simili concerti, fornendo tra l’altro immediata disponibilità.
Le voci degli imprenditori
Coppola è l’amministratore dell’omonima storica cantina di Gallipoli. E, già presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce nonché attuale componente di Faita Federcamping, è convinto che la risposta all’esigenza (ri)emersa sia proprio negli spazi di cui il Salento già gode. «Credo che l’ubicazione di un grande contenitore per gli eventi debba essere direttamente collegata con le arterie stradali principali.
Anche Massimo Albanese colloca la sua proposta nell’ottica della valorizzazione dell’esistente. «Nell’ambito dell’interessante dibattito nato sul tema degli spazi per grandi eventi, ritengo che possa essere utile ricordare che gli agglomerati industriali dispongono di aree e servizi che, debitamente allestite, potrebbero ospitare questa tipologia di raduni», fa notare il numero dell’Area di sviluppo industriale di Lecce, sotto il cui controllo rientrano le zone industriali di Lecce-Surbo, Gallipoli, Galatina-Soleto, Maglie-Melpignano, Nardò-Galatone e Tricase-Specchia-Miggiano. Tutte aree all’interno delle quali è stato ritagliato anche il perimetro (attualmente pari a 318 ettari) della Zona economica speciale Adriatica che consente investimenti agevolati. «I nostri agglomerati industriali - dice il manager - rappresentano spazi già collegati alle arterie più importanti, molto spesso vicine agli ospedali e ad altri servizi e che, proprio nelle ore serali e notturne, risultano scarsamente utilizzati. Potrebbe essere un modo per ottimizzare l’utilizzo del territorio senza ricorrere all’uso delle pregiate aree agricole o alle congestionate aree urbane».
Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Paride Mazzotta, intanto, annuncia il deposito di una richiesta di audizione in Commissione Cultura «per riunire tutti gli interlocutori interessati», avviando il confronto, del quale «la Regione deve essere regista. Si può davvero fare tanto e mettere il Salento nelle condizioni di competere con capitali europee che da anni ospitano eventi di rilievo internazionale.
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