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Le città hanno pensato di adeguarsi a un concetto di mobilità sostenibile, i monopattini hanno iniziato a svettare, le ciclabili a moltiplicarsi. Ieri, però, il grande giorno dei bonus per quanti avevano investito (proprio nella certezza di poter ottenere un rimborso) su mezzi ecologici, il sistema è andato in tilt.
Non è stato possibile per moltissimi accedere alla piattaforma lanciata in rete dal ministero dell'Ambiente per ottenere il 60 per cento (per un massimo di 500 euro) di quanto speso per bici e simili. Il sito era sovraccarico già alle 9 del mattino, orario d'avvio del click day. Si è aggiunto al caos il mancato funzionamento del sistema di identità digitale (Spid) di poste italiane e degli altri fornitori. In pochi, insomma, hanno potuto completare le procedure.
Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, in serata, non ha nascosto la delusione per quanto accaduto. Ha fatto sapere di aver telefonato infuriato agli amministratori delegati di Sogei, la società del ministero dell'Economia che gestisce il sito web per l'erogazione del bonus mobilità e di Poste, chiedendo loro di seguire in prima persona tutta la vicenda. Poi sono giunte le rassicurazioni. Il denaro basterà per tutti, nessuno sarà tagliato. Da qui l'invito ad entrare nel sistema anche con calma, anche nei prossimi giorni, perché abbiamo appostato altri fondi ad hoc in legge di Stabilità e assicuro che tutti coloro che hanno una fattura o uno scontrino parlante al 2 novembre saranno rimborsati. Secondo il Ministero, alle ore 14 erano stati generati 13.447 buoni e finalizzate 36.253 richieste di rimborso. Il plafond previsto è di 215 milioni di euro. Alle 18.30 i fondi erogati ammontavano a 36 milioni di euro.
L'opposizione ha stigmatizzato quando accaduto, definendolo «un delirio». «Sono un uomo dello Stato ha spiegato Costa - potrei sembrare furioso ma mantengo un aplomb istituzionale». Il sistema non ha tenuto come i tecnici mi avevano rappresentato precedentemente. Non gradisco il click day ma lascio fare a ciascuno il suo mestiere anche se, a questo punto, mi prendo la responsabilità dell'inciampo».
I tecnici si aspettavano 10 o 20 click al secondo, ce ne sono state 50. In molti dovranno aspettare ancora. E non è certo una questione di abilità alla tastiera. Ma di un complesso meccanismo digitale andato in crash. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia