Addio a Minervini, quel “qualcosa in più” che la Puglia oggi piange

Addio a Minervini, quel “qualcosa in più” che la Puglia oggi piange
Guglielmo Minervini era "qualcosa in più". Più di un educatore, di un sindaco, di un consigliere regionale, di un assessore, di un animatore politico. Era...

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Guglielmo Minervini era "qualcosa in più". Più di un educatore, di un sindaco, di un consigliere regionale, di un assessore, di un animatore politico. Era il "qualcosa in più" di chi pretendeva dalla vita il diritto di sognare, e di dare risposta ai sogni. Innanzitutto a quelli dei più giovani, una delle stelle polari della sua vita pubblica. Cinquantacinque anni, originario di Molfetta, professore di informatica nelle scuole superiori, animatore culturale e sociale impegnato sulle trincee del pacifismo, del cattolicesimo sociale, dei processi di inclusione, è stato sindaco della sua città negli anni '90, prima del grande salto nella politica regionale in piena epoca vendoliana. Consigliere regionale prima (2005) con la Margherita e poi (2010) con il Pd, del vendolismo non è stato certo un onesto gregario, ma al contrario un primattore. Anzi: "qualcosa in più", probabilmente uno dei motori più vivaci.


Da assessore alle Politiche giovanili ha immaginato e imbastito la filiera di progetti di valorizzazione di idee giovanili: "Ritorno al futuro", "Bollenti spiriti", "Principi attivi", anche qui "qualcosa in più" di semplici erogatori di risorse, perché alle fondamenta c'era la volontà strenua di dar voce e dignità ai sogni invisibili e di mettere a sistema un'intera generazione. È stato anche assessore ai Trasporti, con lo stesso approccio, le stesse idee. La malattia si è affacciata negli anni, ma Minervini l'ha combattuta sempre con dignità, tenacia, garbo innato. Senza mai arretrare, ma anzi rilanciando: nel 2014 sfida Michele Emiliano alle primarie per la guida del centrosinistra alle successive regionali, con l'idea martellante di proseguire e rafforzare «quanto di buono è stato fatto in questi dieci anni». Il solito entusiasmo, energia a fiumi, anche nella sconfitta. Lascia il Pd e aderisce al listone vendoliano "Noi a sinistra", rieletto consigliere e scelto come capogruppo, da quella postazione ha rappresentato fino alla fine, con voce mite ma ferma, la coscienza critica della maggioranza di governo.


In queste ore sono numerose le associazioni e i gruppi, non solo di giovani, che gli dedicano il loro saluto, un ringraziamento, un addio. Il tema ricorrente è quasi sempre lo stesso: senza di lui questa realtà forse non esisterebbe e la Puglia non sarebbe esattamente la stessa".



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Quotidiano Di Puglia