Un ragazzo della periferia milanese ha fatto un album che ha otto milioni di ascoltatori al giorno sul servizio streaming Spotify. Sono numeri che in Italia non fa nessuno,...
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</DC>Nuova generazione significa anche nuovo stile e nuovo pubblico. Chi sono gli artefici degli otto milioni quotidiani di clic sui brani di Sfera? Chi sono quelli che si mettono in fila per avere una foto con lui? Ragazzi che hanno dieci anni meno, teenager che frequentano la scuola d’obbligo e che amano i suoi versi e la sua attitudine, la sua immagine e (sia detto senza alcuna ironia) la sua musica. Il filone di cui Sfera è interprete in lingua italiana è la cosiddetta “trap”, uno stile nato ovviamente negli USA che associa strumentali scure, elettroniche e poliritmiche a un flusso di parole velocissimo, spesso inintelligibile. La versione della trap che emerge dall’ascolto di “Rockstar” è elegante, ben confezionata da un coetaneo di talento assoluto, Charlie Charles; i versi di Sfera sono tematicamente legati agli stereotipi del rap e stilisticamente in evoluzione verso qualcosa di più interessante dell’attuale forzatura ossitona. C’è molta malizia da esperto della comunicazione: considerata l’età acerba dei fan, Sfera fa sfoggio del fumo (“sempre perenne rolling quando arriva sera”) e degli abiti firmati (“ti compro una borsa di Dior”), ma disprezza la cocaina, il che è tutto sommato tranquillizzante per quella forma residuale di sorveglianza familiare ancora in circolazione fra gli adolescenti.
Il dato più interessante è senza dubbio che il mercato della musica ha un pubblico giovane disposto a spendere qualcosa per fruire di un prodotto: i fratelli più grandi di questi ragazzi non compravano più niente da anni, con la scusa che si poteva scaricare tutto gratis (illegalmente). L’altro dato è che il tempo dei vecchietti in jeans ad aizzare gli stadi sembra finito o almeno circoscritto alla dimensione live per nostalgici: se vuole sopravvivere e addirittura prosperare, l’industria deve investire su gente come Sfera, connessa con il pubblico reale attraverso media più performanti della televisione o della radio in senso tradizionale. Infine, la difficoltà che gli adulti anche mentalmente aperti e senza pregiudizi possono incontrare nel tentativo di apprezzare la trap di Sfera Ebbasta, è il sintomo del suo autentico carattere generazionale: sarebbe innaturale se piacesse anche ai papà e alle mamme, è tempo di vivere una fase di sana, fisiologica incomunicabilità. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia