Emiliano chieda scusa per le giravolte invece di contestare oggi

Albero colpito da Xylella
E' arrivato su un trattore come fosse un contestatore, dopo aver lasciato l'auto che lo ha portato da Bari a Lecce , e tra un selfie e una stretta di mano ha calato...

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E' arrivato su un trattore come fosse un contestatore, dopo aver lasciato l'auto che lo ha portato da Bari a Lecce , e tra un selfie e una stretta di mano ha calato l'asso: «Gli agricoltori salentini devono sapere che non li lasceremo mai soli». Parola di Michele Emiliano. Bene. Benissimo. Questa è quella che si dice una bella notizia. Il guaio è che a dar retta al calendario siamo nel marzo del 2019 e gli agricoltori salentini - ma non soltanto quelli, a dir la verità - è da un bel po' che sono abbandonati a se stessi. Alcuni sopravvivono nelle campagne dove degli ulivi, del mare verde che da bugiardi continuiamo a vedere ai turisti di mezzo mondo, è rimasto ben poco. Altri hanno abbandonato gli uliveti o si son dati a colture diverse, altri ancora aspettano di sapere se come e quando poter ripartire con i reimpianti. Poi ci sono le aziende agricole chiuse o in crisi, i frantoi con le macchine ferme da chissà quando e i vivaisti che boccheggiano. Insomma, nel Salento dichiarato zona infetta o terra morta il disastro è sotto gli occhi di tutti e fa rabbia sapere ora dal governatore che la Regione non lascerà solo chi è stato ed è tuttora solo.

Fa rabbia perché sono almeno cinque anni che gli agricoltori chiedono di non essere lasciati soli. Lo chiesero per la prima volta quel giorno - era l'8 febbraio del 2015 - in cui si riunirono nel capannone di una cooperativa di Taviano, pieno zeppo di anziani ma affollato anche di giovani che avevano lasciato un lavoro al Nord ed erano tornati per investire negli uliveti di famiglia, senza sapere che un batterio avrebbe azzerato i loro progetti. Fa rabbia perché oggi siamo in campagna elettorale e tutto puzza maledettamente di propaganda, visto che l'intero comparto agricolo pugliese è in fermento e i suoi voti potrebbero far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. Fa rabbia perché, caro presidente Emiliano, gli agricoltori (e non solo loro) non dimenticano le sue comparse accanto a chi cinque anni fa predicava il verbo della truffa xylella e il suo sospiro di sollievo quando il procuratore Motta sequestrò milioni di alberi per impedire gli abbattimenti che il commissario Silletti riteneva necessari per contenere l'avanzata del batterio. Da quel sequestro, presidente, sono passati quasi quattro anni e da tre ci sono ricercatori del Cnr e funzionari regionali che attendono di sapere cosa è stato dell'inchiesta che li vede indagati e li ha visti spesso e volentieri esposti a processi sommari e sentenze pronunciate nel nome dei social.
In cinque anni gli agricoltori hanno dovuto combattere con un batterio che sembra invincibile e contro una Regione che spesso e volentieri ha navigato a vista, esibendosi spesso in giravolte capaci di rallentare ogni iniziativa che avrebbe potuto impedire l'avanzare del batterio. Certo, un ruolo di grande responsabilità in questo l'hanno avuto anche il Governo e l'Unione europea, ma era dalla Regione Puglia che ci si aspettava molto di più.

Ora che la frittata è servita e ora che il batterio bussa alle porte della provincia di Bari, dove agricoltori e produttori sono notoriamente meno pazienti rispetto ai loro colleghi salentini, il vento sembra cambiare. Ci fa piacere, presidente. Sarebbe il caso, però, che lei porgesse le scuse per quanto non è stato fatto e facesse lavorare il suo assessorato nel silenzio. Ne trarrà benefici l'intero comparto. E, forse, anche la campagna elettorale.
Renato Moro Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia