Pizzo, autovelox e vecchi merletti / La moltiplicazione degli impianti di vigilanza

Pizzo, autovelox e vecchi merletti / La moltiplicazione degli impianti di vigilanza
Parlare di “pizzo di Stato” – e poi in Sicilia, terra di scontro, non l’unica, tra legittimità del potere statuale e illiceità della...

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Parlare di “pizzo di Stato” – e poi in Sicilia, terra di scontro, non l’unica, tra legittimità del potere statuale e illiceità della tracotanza criminale – non è stata un’idea geniale, diciamolo. Perseguire il gettito fiscale secondo progressività, fino all’ultimo centesimo dell’ultimo contribuente, non è pratica estorsiva. È rispetto della Costituzione. Che poi i grossi evasori non siano i piccoli commercianti è un altro discorso, ma un governo a che serve se non (anche) a fornire gli strumenti perché tutti siano uguali davanti alla legge e all’erario? Come direbbe Totò, è la somma che fa il totale. E qualcosa non torna.

Il problema, se si vuol disquisire di tagliole confezionate a norma di legge, ma usate in modo improvvido, andrebbe individuato altrove senza scadere nel benaltrismo. E siccome, per restare in zona, e cioè al Sud, una delle piaghe irrisolte è il traffico, non sarebbe male andare a vedere cosa succede con gli autovelox. Strumenti a salvaguardia della vita umana, per lo più piazzati da amministrazioni pubbliche in debito di ossigeno su strapuntini di statali e superstrade: sicuramente col nobile obiettivo di educare gli indisciplinati automobilisti, incidentalmente facendo cassa.

Eterogenesi dei fini? Chissà. Ma intanto andrebbero ripensati i limiti di velocità, anche per la progressiva messa in sicurezza di arterie ad alta intensità di scorrimento che rende anacronistico il limite dei 90. E poi questo: la moltiplicazione delle installazioni per impianti di controllo, fissi o mobili, ai confini dei territori di pertinenza, purché intersecanti un asse, una direttrice o una tangenziale a elevata percorrenza, andrebbe accompagnata da una rendicontazione puntuale su cosa è stato fatto del denaro riscosso: quali interventi di efficientamento viario, quali campagne di sensibilizzazione, quali iniziative nelle scuole... Perché, è vero, corriamo, chattiamo al volante, parliamo al telefono, non manuteniamo i veicoli, non cambiamo gli pneumatici, tutto quello che volete: ma cosa c’entra questo con l’uso fatto in concreto degli autovelox, quasi sempre avulso da finalità preventive? Qualcuno inchioda in extremis, i più cauti rallentano per tempo, molti riceveranno l’immagine infiocchettata e merlettata che immortala l’infrazione. Poi si ricomincia. Perché lo Stato e i Comuni come educatori chissà, ma come esattori cosa gli vuoi dire? Proprio nulla.

 

 

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Quotidiano Di Puglia