Tris di “nonno” Sainz con la Mini, Alonso chiude 13°. La prima volta di Brabec, Honda spezza il dominio Ktm

A destra Carlos Sainz, ha vinto la sua terza Dakar con la Mini
QIDDYIA - Se allo spagnolo Carlos Sainz l’edizione 2020 della Dakar ha portato il terzo successo (dopo quelli del 2010 e 2018), per Ricky Brabec la vittoria in sella alla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
QIDDYIA - Se allo spagnolo Carlos Sainz l’edizione 2020 della Dakar ha portato il terzo successo (dopo quelli del 2010 e 2018), per Ricky Brabec la vittoria in sella alla Honda CRF450 è stata la prima di uno statunitense nel famoso rally-raid, quest’anno ospitato in Arabia Saudita. Un’affermazione molto importante per il marchio giapponese, che in un sol colpo ha spezzato il dominio della KTM (che durava dal 2001 senza interruzioni) e ritrovato quel primato che mancava da 31 anni.

 

Per la Honda è la sesta vittoria alla Dakar, dopo le cinque in Africa. L’ultima risaliva al 1989 con Gilles Lalay. Era tornata alla Dakar nel 2013, dopo un’assenza di 23 anni. È stata la prima volta anche per Fernando Alonso. Il due volte campione del mondo di Formula 1 sì è messo alla prova al volante di una Toyota. Ha chiuso al 13/mo posto in classifica generale, con un distacco di 4h40’ dal connazionale. Autore mercoledì di un ribaltamento spettacolare quanto innocuo, lo spagnolo si è detto «molto orgoglioso» di questa esperienza.

L’edizione 2020 passerà purtroppo agli annali pure come quella in cui, a cinque anni dall’ultimo incidente mortale, il tema della sicurezza è tornato alla ribalta dopo il decesso del motociclista portoghese Paulo Gongalves, 40 anni e pilota esperto (era alla 13/a partecipazione), caduto rovinosamente durante la settima tappa. E giovedì è toccato all’olandese Edwin Straver, 48 anni, anche lui caduto in moto. Secondo i media olandesi ha riportato la frattura di una vertebre cervicale ed ora è ricoverato a Riad in gravi condizioni.
 

Il veterano Sainz, 57 anni, ha cumulato quattro vittorie di tappa a bordo della Mini. Dopo 7.800 chilometri tra speciali e trasferimenti, ha preceduto il detentore del titolo, il qatariota Nasser al-Attiyah (Toyota), di 6’21« ed il francese Stéphane Peterhansel (Mini) di 9’58». Brabec aveva preso il comando nella classifica generale vincendo la terza tappa a Neom, per non lasciarselo più sfuggire. Sul podio con lui sono saliti il cileno Pablo Quintanilla (Husqvarna) e il detentore del titolo, l’australiano Toby Price (KTM). Il pilota californiano ha dedicato un pensiero speciale a Gon‡alves: «Paulo ha fatto parte del team Honda per diversi anni nel tentativo di realizzare il suo sogno. Spero che ora ci guardi e sia felice».


«In questo momento sono felicissimo, perché dietro questa vittoria ci sono grandi sforzi, tanti test e tanto allenamento. E grazie a tutti coloro che mi hanno appoggiato: sapevo di poter vincere, e ho spinto dal primo giorno di questa competizione». Sono queste le prime parole di un emozionato Carlos Sainz dopo aver vinto per la terza volta la Dakar, conclusasi oggi a Qiddiya, in Arabia Saudita. «È stato un rally molto difficile, in cui ho corso molti rischi», ha aggiunto il pilota madrileno. A tirbutare il trionfo di Sainz, va sottolineato il gesto di grande fair play del rappresentante del Qatar Nasser Saleh Al Attiyah (che oltre all’automobilismo pratica il tiro a volo, sport in cui ha vinto un bronzo olimpico), che oggi si è imposto nell’ultima tappa ma poi si è messo sul traguardo per attendere l’arrivo di Sainz. Quando lo spagnolo è comparso lo ha applaudito ripetutamente, per sottolineare chi fosse il vero vincitore. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia