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60 anni nasceva un modello molto speciale nella storia del “Biscione”: l’Alfa Romeo Giulia TZ, di cui sono stati costruiti 121 esemplari. I primi progetti che portarono alla Giulia TZ iniziarono alla fine degli anni Cinquanta per creare una degna erede dell’Alfa Romeo Giuletta SZ , ponendo l’accento su aspetti come l’aerodinamica. L’obiettivo era quello di progettare un’auto competitiva nella categoria Super 1600. L’allora direttore dell’Alfa Romeo, Orazio Satta Puliga, ingegnere e progettista esperto, riunì il meglio dell’automobilismo italiano per sviluppare questa proposta: Giuseppe Busso come ingegnere incaricato di supervisionare i motori creati e assemblati dall’Autodelta di Carlo Chiti, il giovane Ercole Spada, allora alla Zagato, che firmò l’inconfondibile design della carrozzeria e l’azienda aeronautica SAI Ambrosini che si occupò della realizzazione degli innovativi telai tubolari in acciaio cromato e nichelato che diedero il nome al modello, in quanto TZ sta per “Tubolare Zagato”.
Come se queste prodezze tecniche e di design non fossero sufficienti, il “Biscione” tornerà nel 1965 con una seconda generazione del modello, battezzata Alfa Romeo Giulia TZ2.
Il suo pedigree da corsa contribuì a consolidare la leggenda della TZ: vittorie alla 1000 km di Monza del 1966, alla 12 Ore di Sebring e alla Targa Fioro, oltre a una vittoria al Nürburgring nella stagione successiva. Oltre ai successi nelle corse, il design innovativo dell’Alfa Romeo Giulia TZ ispirò due concept car: l’Alfa Romeo Kangaroo, creata da Giugiaro per Bertone e presentata al Salone di Parigi del 1964, e l’Alfa Romeo Giulia 1600 Sprint, basata sulla TZ2 ed esposta da Pininfarina al Salone di Torino del 1965.
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