Auto usate, fino a 150mila km “cancellati” dai tachimetri. Indagine su rivenditore, decine parti offese

Il quadro strumenti di un'auto
ASCOLI PICENO - Centinaia di migliaia i chilometri ‘cancellati’ da numerose autovetture usate e vendute all’ignara clientela da una concessionaria...

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ASCOLI PICENO - Centinaia di migliaia i chilometri ‘cancellati’ da numerose autovetture usate e vendute all’ignara clientela da una concessionaria ‘plurimarche’ dell’entroterra sambenedettese. Un escamotage (non nuovo nella modalità) scoperto oggi alla luce dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, che ha denunciato per truffa una coppia - una 33enne e un 40enne -, rappresentanti legali della concessionaria, con precedenti di polizia tra i quali, per uno dei due amministratori, l’ipotesi truffa e la frode in commercio sempre nella commercializzazione di auto con contachilometri manomessi. Diverse decine di automobilisti che avevano riposto la loro fiducia nel rivenditore della riviera si sono trovati in possesso di auto con chilometraggio ‘alleggerito’, e delle quali era stata ‘decantata’ la maggiore affidabilità proprio per la limitata percorrenza dovuta all’anzianità del precedente proprietario e al conseguente limitato uso della vettura.

Centinaia i contratti stipulati dal rivenditore: uno dei clienti, dopo aver acquistato un’autovettura con circa 100mila Km dichiarati, ha dovuto affrontare l’amara realtà degli oltre 200mila Km accertati nell’ultimo controllo effettuato presso la Motorizzazione Civile. Così è scattata la denuncia alla Guardia di Finanza nella quale sono confluiti decine di casi. Dalle indagini è emerso un giro di ‘ringiovanimenti’ di auto che, nel migliore dei casi, perdevano subito 50mila Km, e nei casi più gravi quote superiori o vicine ai 150mila Km. Nell’aprile scorso, uno dei due rappresentanti legali della concessionaria e il fratello vennero arrestati dalla polizia per aver aggredito, malmenato e minacciato con un coltello il collaboratore di uno studio commerciale di Porto d’Ascoli che aveva acquistato presso la stessa concessionaria un’auto risultata anch’essa ‘taroccata’. Secondo gli investigatori, si sarebbe trattato di un atto intimidatorio per convincerlo a ritirare la querela.

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Quotidiano Di Puglia