Gentile direttore, è quasi un anno che ormai Emiliano governa la Puglia. Devo dire che quanto a presenza sui giornali e in tv è imbattibile: credo sia uno dei...
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L.M. (Brindisi)
Caro lettore, forse il suo è un giudizio troppo severo, tuttavia non sono pochi ormai che cominciano a nutrire più di qualche dubbio sul modo di governare del presidente della Regione, anche tra i suoi “grandi elettori”. Lei con molta arguzia ricorre all'ossimoro “movimentismo immobilista” o “immobilismo movimentista”. Io ho l'impressione che Emiliano, come del resto il Vendola del secondo mandato, sia affetto da un pericoloso (pericoloso soprattutto per i pugliesi) strabismo: un occhio rivolto alla Puglia, l'altro a Roma, alle vicende politiche nazionali, alle sue ambizioni dentro il Pd e nella partita del dopo Renzi anche attraverso una sovraesposizione mediatica che, più prima che poi, farà correre anche a lui il rischio dell'usura. Porre la Puglia all'opposizione del governo nazionale anche su vicende che tutto sommato non rientrano nelle competenze della Regione, credo sia stato un errore. Il pericolo del prolungato scontro Bari-Roma su tutto (trivelle, xyella, Ilva, gasdotto, riforma della scuola. Legge di stabilità, interventi per il Mezzogiorno) rischia di portare la Puglia ad un isolamento politico e istituzionale i cui costi saranno pagati soprattutto dai pugliesi. È un po' quello che è successo alla Napoli governata da De Magistris (che ha coniugato lo slogan “Napoli città derenzizzata”): oggi è una città isolata, non più al centro del dibattito pubblico se non per le notizie di nera e di giudiziaria, completamente al di fuori del circuito politico nazionale. Occorre sempre distinguere in modo netto tra l'essere militante dentro uno schieramento o un partito e il ruolo istituzionale che si ricopre. È più che legittima la battaglia per affermare le proprie idee dentro il partito di appartenenza , ma le istituzioni che si rappresentano devono essere tenute al riparo da questo scontro. Anche perché nel momento in cui si viene eletti, si diventa presidenti (o sindaci) di tutti, non solo dell'area che ti ha votato. A Emiliano, perciò, va posta una questione molto semplice: come pensa di realizzare le coraggiose idee-forza del suo progetto di governo, prima fra tutte la “Puglia decarbonizzata”, senza un dialogo, un patto, un'alleanza, una collaborazione forte con il governo nazionale, a cominciare dal presidente del Consiglio e dai ministri? Non bisogna mai dimenticare che siamo ancora una Repubblica democratica, unica e indivisibile. E questa Repubblica si chiama Italia. Non Puglia. A meno che non si creda di poter governare brandendo ogni giorno una sorta di “populismo identitario” della propria terra che non porterà molto lontano. C'è ancora tempo per correggere gli errori e far allontanare la morsa dei rimpianti. In fondo, non è passato ancora un anno dall'insediamento. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia