OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Non solo la necessità di implementare la dotazione organica di medici e personale sanitario. Le emergenze estive, ormai in via di attenuazione, hanno ancora una volta evidenziato la necessità di avere nuovi strumenti, d'indagine e per la diagnostica, per consentire all'ospedale "Sacro Cuore di Gesù" di Gallipoli di operare a pieno regime come presidio territoriale di primo livello.
I macchinari che mancano all'appello
All'appello, secondo quanto riferito dal personale medico e dirigenziale e dall'omonima associazione pro-ospedale, mancano ancora un angiografo, indispensabile per le manipolazioni di emodinamica, la risonanza magnetica e una nuova Tac. E in più, tra le priorità, figura anche l'allestimento di una seconda camera iperbarica. Un "elenco della spesa" che per altro non è certo nuovo tanto alla direzione medica e alla direzione generale della Asl, che hanno garantito che nel piano di rilancio che riguarda proprio il presidio ospedaliero di via Alezio, sono già in agenda anche le nuove dotazioni e le apparecchiature necessarie a migliorare l'offerta di cura e l'efficienza delle prestazioni sanitarie.
L'associazione pro-ospedale
«Ora che il caos estivo volge al termine è giunto il momento di guardare concretamente al futuro del rilancio e della dotazione organica e strumentale adeguata dell'ospedale - auspica il presidente dell'associazione pro-ospedale Giacinto Scigliuzzo - è ormai indifferibile che il presidio sia messo nelle condizioni di svolgere appieno il ruolo di ospedale di primo livello che gli compete.
I nervi scoperti sui quali si focalizza la sollecitazione del sodalizio riguardano da vicino l'ormai improcrastinabile necessità di integrare le dotazioni delle apparecchiature sanitarie del nosocomio. A tal proposito, come riferito dal personale e dalla stessa associazione, l'assenza dell'angiografo determina «in aggiunta ai disagi cui vengono sottoposti i pazienti trasferiti in autoambulanza al Vito Fazzi o alla clinica Città di Lecce, anche che tali trasferimenti sono almeno un paio al giorno. Ciò significa sopportare, in ciascun caso, anche i costi del trasferimento e subire l'assenza, per due o tre ore, del personale medico e infermieristico che assiste il degente». Altra impellente questione è quella relativa alla risonanza magnetica, per la cui installazione sono stati identificati da tempo locali idonei e prossimi al pronto soccorso. "E' una diagnostica sulla cui necessità ed efficacia è inutile soffermarsi" incalza Scigliuzzo, "ma si continua a dovere trasferire in altri presidi, ad esempio a Tricase, con le note difficoltà dovute al pessimo collegamento viario, i pazienti che avrebbero invece bisogno d'indagini tempestive senza essere sottoposti a difficoltà aggiuntive».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia