«Mio figlio ed Eleonora devastati da quel mezzo scempio di ragazzino»: in tv la rabbia del papà di Daniele

«Mio figlio ed Eleonora devastati da quel mezzo scempio di ragazzino»: in tv la rabbia del papà di Daniele
Un racconto da brividi, carico di emozione e di rabbia. A parlare è Fernando De Santis, il papà del giovane arbitro ucciso a Lecce insieme con la fidanzata. Parla...

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Un racconto da brividi, carico di emozione e di rabbia. A parlare è Fernando De Santis, il papà del giovane arbitro ucciso a Lecce insieme con la fidanzata. Parla del figlio e dell'assassino, arrestato dopo una settimana. «Ho una rabbia in corpo che forse lei può capire, dove mi giro giro vedo Daniele. Una mattanza li ha distrutti, non vedo una causa logica. Lo avevo visto alle 17 ed alle 20,10 era a casa. Mia moglie gli aveva detto di rimanere a casa nostra per mangiare con Eleonora, e lui aveva risposto di no. Energumeno mezzo scempio di ragazzino (con riferimento all'omicida, ndr), se non avesse avuto il fattore sorpresa chissà che fine avrebbe fatto. Quando l’ho visto - mio figlio -  era irriconoscibile, tutto fracassato». Questa la testimonianza del padre di Daniele De Santis a “La Vita in Diretta”. Parole durissime. Suo figlio - 33 anni - e la compagna del giovane, Eleonora Manta - 30 -, sono stati massacrati il 21 settembre a coltellate - 75 in tutto - nel loro appartamento di via Montello, a Lecce, da Antonio De Marco, il giovane studente di Scienze infermieristiche, 21 anni appena, che era stato affittuario di Daniele fino a tutto agosto.

«Daniele – ha continuato – mi disse che quando usciva, a volte, la porta d’ingresso la sbatteva forte, gli ha detto più volte di non sbattere ma questo neanche rispondeva, abbassava la testa e se ne andava. Il “non ricordo” è una situazione di comodo, come fai a non ricordare? Ricordi tutti i particolari, ha premeditato tutto, era un orario anomalo, non è andato di notte perché sapeva che dietro la porta c’era un ferro per chiudere . Un inferno, mio figlio l’ha colpito su tutte le parti vitali, tutte: cuore, fegato e tutto quanto, parti vitali a differenza della ragazza che l’ha squadernata. Ha premeditato tutto».

LA BATTAGLIA DELLA DIFESA E LA PERIZIA PSICHIATRICA


Slittano i tempi per la eventuale richiesta di una perizia psichiatrica per Antonio De Marco, in carcere dopo aver confessato, a seguito del fermo operato dai carabinieri, il duplice efferato omicidio. I suoi due difensori, gli avvocati Giovanni Bellisario e Andrea Starace, oggi, hanno incontrato a Bari per un colloquio orientativo dei consulenti esperti della materia. «Prima dovranno accettare l'incarico e poi necessariamente occorrerà che esaminino le carte per farsi una idea», spiega Starace all'Adnkronos. «Per una decisione saranno necessari 10-15 giorni», aggiunge.   Intanto i Ros dei carabinieri stanno esaminando i supporti tecnici ed elettronici acquisiti alle indagini. De Marco, in carcere, sta ricordando altri aspetti e particolari che potrebbero contribuire a una più completa ricostruzione non solo della vicenda ma anche della sua personalità. Sembrerebbe, ad esempio, confermata la notizia che De Marco avrebbe avvertito impulsi omicidi anche durante i corsi universitari di infermieristica che frequentava all'ospedale 'Vito Fazzì di Lecce.  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia