Vaticano, nuovi scandali: don Mauro sotto la lente

L'ex cardinale Angelo Becciu. A destra, il suo segretario don Mario Carlino
Un saccheggio da 454 milioni alle finanze vaticane in cui si è arrivati a mettere le mani perfino sul conto riservato di Papa Francesco. È quanto emerge dalla...

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Un saccheggio da 454 milioni alle finanze vaticane in cui si è arrivati a mettere le mani perfino sul conto riservato di Papa Francesco. È quanto emerge dalla rogatoria presentata dalla Procura pontificia che sta indagando su uno scandalo finanziario senza precedenti all'interno della Santa Sede. E sotto la lente finisce anche un monsignore leccese, don Mauro Carlino - già capo dell'ufficio informazione e documentazione del Vaticano e segretario dell'ormai ex cardinale Angelo Becciu - indagato per estorsione in concorso. È la vicenda che, da giorni, scuote il Vaticano tra dimissioni, veleni e scandali.


Terremoto in Vaticano, operazioni finanziarie sospette fra Roma e Londra: il Papa sospende monsignor Carlino

Sul ruolo di don Carlino sono emerse nuove rivelazioni riportate da Repubblica: sarebbe coinvolto per alcune presunte operazioni finanziarie irregolari nella Santa Sede riguardanti compravendite immobiliari milionarie all'estero. Tutto è iniziato dall'acquistato gonfiato di un immobile a Sloane Avenue a Londra. Secondo gli inquirenti è stata «realizzata dai gestori del fondo per le elemosine una consistente rivalutazione contabile dell'edificio che, allo stato delle investigazioni, non sembra trovare una valida ragione economica». Il valore del palazzo, dicono le carte, sarebbe lievitato. E sarebbe, poi, entrata in scena la società Gutt nel ruolo di agente della Segreteria di Stato per gestire l'immobile. E la Segreteria, si legge nelle carte della rogatoria, «si è impegnata verbalmente a corrispondere a Gutt Sa una somma del 3% pari a 10 milioni di euro. Accordo che non risulta formalizzato in alcun contratto». Risultato: un'operazione finanziaria poi rivelatasi in perdita: «Le quote del fondo perdono 18 milioni di euro e l'operazione Gutt Sa genera una perdita di 100 milioni. A fronte di un esborso di 250 milioni, la Segreteria si trova proprietaria di un immobile che sulla carta ne varrebbe 260 ma per assicurarsi la proprietà alla fine dovrà sostenere un costo di 363 milioni».
In questo scenario Carlino, secondo gli investigatori, sarebbe l'ultimo, in ordine di tempo, tra gli emissari della Segreteria di Stato incaricati di portare a termine la difficile trattativa con alcuni personaggi che, alla fine della vicenda, che avrebbero impedito al Vaticano di disporre dell'immobile. Nello specifico, Carlino è indagato per estorsione in concorso per il presunto ricatto che il broker, Gianlugi Torzi, avrebbe consumato «incutendo timore di gravi danni agli averi della Segreteria di Stato».

Dalle carte della rogatoria emerge un quadro di Carlino con i magistrati che ne sottolineano la «particolare disinvoltura con la quale si muove nella alte sfere della gerarchia dello Stato, l'incessante attività posta in essere con personaggi del mondo della finanza per realizzare nuove iniziative di tipo imprenditoriale. Incontra Luca Dal Fabbro, presidente di Snam, per discutere della rinegoziazione del mutuo sull'immobile londinese e di nuovi progetti, sempre con il giro di Raffale Mincione e con Preziosi di Genova. Carlino incontra anche Giovanni Ferruccio Oriente che «dalle intercettazioni parrebbe avere accesso al ministero dell'Interno italiano. Costui sembrerebbe essere in grado di accedere ai registri di notizie di reato di tutte le procure, è informato degli affari di Torzi». E, infine, lo stesso don Mauro avrebbe discusso di un'operazione sulla tenuta dell'Acquafredda di proprietà dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica: «Monsignor Carlino mostra di essere ben consapevole che l'iniziativa deve essere camuffata con finalità sociali sennò iniziano a impallinarci che famo solo attività speculative o commerciali». Parole del monsignore.
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Quotidiano Di Puglia