Un medico “tutor” e visite straordinarie contro le liste d’attesa

La sede dell'Asl a Lecce
Liste d’attesa: arriva il medico tutor. Cambiamento dietro l’angolo nella gestione dei tempi di attesa pre-visita specialistica e o esame diagnostico. Cosa cambia...

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Liste d’attesa: arriva il medico tutor. Cambiamento dietro l’angolo nella gestione dei tempi di attesa pre-visita specialistica e o esame diagnostico. Cosa cambia nella Asl di Lecce? Semplice, quando l’operatore del Cup non potrà fissare un appuntamento in linea con i tempi di attesa del codice di priorità indicato dal medico nella ricetta, l’utente non sarà abbandonato al suo destino, ma sarà preso in carico da un medico che si occuperà di lui facendo eseguire l’esame nei tempi previsti. Un miracolo? Niente affatto. È il risultato di un nuovo modello organizzativo a cui sta lavorando la direzione generale dell’azienda sanitaria salentina e già la settimana prossima dovrebbe esserci il primo atto concreto con l’individuazione dei medici tutor e delle due strutture in cui sarà garantito il rispetto dei tempi per tutte le prestazioni erogate.

La proposta è di Ottavio Narracci, direttore generale della Asl di Lecce, che da dg della Asl Bat ha già sperimentato e messo in atto il totale rispetto dei tempi di erogazione in una struttura aziendale, mentre il medico tutor è una novità pensata per il Salento ed è stata accolta con molto favore dal direttore sanitario, Antonio Sanguedolce, e dal direttore amministrativo, Antonio Pastore. Alla Cittadella della salute di Lecce, dove ha sede il Poliambulatorio del capoluogo salentino, e al Presidio Territoriale di Assistenza (Pta) di Maglie, spetterà il compito di dare risposta piena alle richieste che arriveranno dai Cup.
I medici tutor saranno individuati all’interno di questi centri con una mission che farà sentire la Asl “amica” dell’utente. Novità importanti, dunque, che da una parte serviranno a dare risposte certe su un tema, quello delle liste d’attesa, spesso balzato agli onori della cronaca per i tempi lenti a cui è costretto chi ha bisogno di fare una visita specialistica o un esame strumentale, ma segnano anche un movimento culturale di altro segno nel rapporto tra utente e azienda sanitaria che non vede più il primo passivamente succube degli ingrannaggi complessi del secondo.
 

Il report sui tempi d’attesa nella Asl di Lecce, racconta che molte urgenze e prestazioni da evadere in dieci giorni sono evase nei tempi canonici, per il cento per cento delle richieste, ma zone d’ombra pesano ancora sui codici D (attesa di 30 giorni per le visite e di 60 per gli esami) e P (programmato). I dati sono relativi al secondo semestre del 2017 e riguardano la settimana che va dal 2 al 6 ottobre 2017, quando sono stati rilevati gli esiti delle prenotazioni. Su 14 visite e 29 esami monitorati perfomance al 100 per cento su quasi tutte le voci del codice di priorità U (Urgente da erogare in 72 ore) e B (Breve 10 giorni), mentre ci sono margini di miglioramento da cercare per il codice D (Differibile 30 giorni per le visite, 60 giorni per gli esami) e P (programmata). Le visite urgenti sono state evase, nei tempi previsti, al 100 per cento per: cardiologia, chirurgia vascolare, endocrinologia, neurologia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, dermatologia, gastroenterologia, oncologia, pneumologia. I problemi si evidenziano per le visite a 30 giorni. Nel dettaglio: la visita cardiologica l’ha ottenuta nei tempi previsti l’88,64% dei richiedenti, peggio per quella endocrinologica dove la percentuale precipita all’11,54%, un po’ meglio per la visita urologica (54,55%), ma ancora parecchio sotto la tempistica prevista. Tempi da migliorare anche per gli esami strumentali con la tac al rachide da fare entro 60 giorni erogata nei tempi solo nel 66,67 per cento dei casi, tac al torace (codice B) 55,13 per cento e 52,63 per cento per l’addome. Comunque ci sono molti esami che fanno en plein sui tempi. E non solo. L’obiettivo di Ottavio Narracci, direttore generale della Asl di Lecce, è anche quello di ricondurre l’attività intramuraria degli specialisti alla libera scelta del cittadino e non a una via obbligata per bypassare le liste d’attesa. Un problema, questo, che ha preso vigore nel post elezioni con la ripresa dell’iter di approvazione, in Consiglio regionale, della proposta di legge di Fabiano Amati, presidente della Commissione bilancio, tesa a bloccare l’attività intramoenia quando i volumi di quelle prestazioni superano quelle fatte istituzionalmente. La Asl sta dando una risposta concreta.
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Quotidiano Di Puglia