Violenza sulle donne, «ti ammazzo, ti brucio viva»: arrestato un 35enne

Violenza sulle donne, «ti ammazzo, ti brucio viva»: un 35enne portato in cella
«Ti ammazzo, ti brucio viva». Lessico codificato di episodi di presunto stalking, lessico costato la libertà a un 35enne di Lecce che era già sotto...

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«Ti ammazzo, ti brucio viva». Lessico codificato di episodi di presunto stalking, lessico costato la libertà a un 35enne di Lecce che era già sotto inchiesta e che è finito in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori in danno della ex. 


Il provvedimento è stato richiesto dal pm Luigi Mastroniani e disposto dal gip silvia Saracino. A eseguirlo a Teramo, dove l’indagato - difeso dall’avvocato Ivan Greco - si era trasferito, gli agenti della Squadra mobile della questura di Lecce. 

Stando a quanto è stato ricostruito gli episodi “assillanti” andavano avanti da molto tempo ed erano stati oggetto di numerose denunce da parte della vittima, una donna con cui aveva avuto un periodo di convivenza iniziato nel 2010. 

Minacce e botte

Si parlava di minacce, offese, anche di botte. Di recente la decisione di lei di interrompere la relazione. E da qui, una presunta escalation di offese, di intimidazioni. Di frasi dal contenuto inquietante: «Ti brucio viva in casa. Ti faccio finire sotto terra». E ancora pedinamenti, un “controllo” costante. Situazione complessiva che aveva anche fatto sì che il Tribunale dei minori sospendesse la responsabilità genitorila dell’uomo, vietando gli incontri con il figlio. Una misura particolarmente grave, ma dettata - a dire dai giudici - da una estrema necessità di tutela. 
L’ultimo episodio, quello ritenuto più preoccupante di tutti, il 14 novembre scorso. In precedenza, a quanto riferito dalla ex, aveva effettuato chiamate a raffica, fino a 95 telefonate nell’arco di pochissimo tempo. Quel giorno si sarebbe recato nelle vicinanze della scuola frequentata dal figlio e avrebbe ancora una volta minacciato di morte la donna che fu costretta a cercare riparo all’interno dell’istituto. Chiese aiuto, chiamò la polizia. 

Poco dopo, al telefono, ancora propositi inquietanti. Le indagini sono quindi andate avanti a passo spedito. Sono state ravvisate esigenze cautelari e gravi indizi di colpevolezza che hanno convinto il pm a chiedere, il gip a disporre una misura restrittiva. Il 35enne è stato accompagnato in carcere dove attende ora di essere interrogato dal giudice, per rogatoria, per fornire - se lo riterrà - la propria versione dei fatti in merito all’accaduto.

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Quotidiano Di Puglia