Tap, è lite sui ristori. Il docente attacca il sindaco: «Scelta desolante» Salvemini replica: «Il suo ateneo ha collaborato all'opera»

Tap, è lite sui ristori. Il docente attacca il sindaco: «Scelta desolante» Salvemini replica: «Il suo ateneo ha collaborato all'opera»
Un botta e risposta senza mezzi termini quello andato in scena nelle scorse ore sui social tra il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini e il costituzionalista dell'Ateneo...

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Un botta e risposta senza mezzi termini quello andato in scena nelle scorse ore sui social tra il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini e il costituzionalista dell'Ateneo salentino Michele Carducci. Oggetto: Tap. O meglio quello che il territorio ha in animo di chiedere (o meno) come contropartita per ospitare l'opera e tutto ciò che ne consegue in termini di impatto ambientale e paesaggistico.

Dopo la protesta, la polemica sulla realizzazione del gasdotto Tap si sposta dunque sulla richiesta di ristori da parte dei territori interessati dal passaggio dell'opera. A gettare la pietra nello stagno l'intervento del capogruppo Pd in Consiglio comunale, Antonio Rotundo, che sollecitava l'amministrazione ad avanzare richieste in tal senso.
Richiesta fatta propria dal Sindaco Carlo Salvemini, che considera le compensazioni non una estemporanea elemosina. Una posizione ben diversa da quella degli altri Sindaci dei territori interessati e dalla linea del Comitato No Tap, per i quali l'ammissione dei ristori è un segnale di sottomissione all'opera e di irresponsabilità ambientale.
Su questo fronte dei ristori Palazzo Carafa è finito anche nel mirino dell'Università del Salento. Michele Carducci, docente di Diritto Costituzionale Comparato e Climatico, nel forum online Democrazia nel Salento, ha attaccato con durezza la scelta di Salvemini, definendo l'atteggiamento del Comune «molto preoccupante e privo di ragionevolezza ecologica».
«È francamente una pena che la politica non si renda conto di questa trappola e non si accorga dei tempi drammatici di emergenza ecosistemica e climatica che stiamo vivendo. Non si accorga che il corpo della Terra è malato - scrive Carducc -. I danni ambientali continua non possono essere adeguatamente compensati» e «la letteratura scientifica dimostra che la (pseudo) soluzione degli impatti rilevanti adeguatamente compensati non compensa proprio nulla».

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Il costituzionalista non vede insomma di buon occhio chi a suo avviso legittimerebbe le scelte sulla base di una legalità perennemente sotto la diffida UE per traduzioni elusive.
«Dire no - prosegue Carducci - sarebbe stato un atto di coraggio politico da assumere di fronte ai problemi ecosistemici, avrebbe sollevato un dibattito sano sulla sostenibilità e sulla importanza di una legislazione ambientale non elusiva; sarebbe servito a responsabilizzare la coscienza civile dei cittadini, senza doverli ogni volta responsabilmente imbonire col denaro».
Il sindaco gli ha risposto con un altrettanto articolato post su Facebook: «Sono abituato a misurarmi con le asprezze del dibattito e non sono quindi impressionato, semmai sorpreso, che anche un intellettuale del tuo profilo ceda alle consuetudini del linguaggio ostile e s'incarichi di pubblicare un messaggio falso nei contenuti - spiega Salvemini -. Ribadisco che l'avvio di procedure di compensazione non ha nulla a che vedere con l'assenso o il dissenso verso l'opera». 
Poi il sindaco di Lecce restituisce il colpo: «Mi chiedo dunque se consideri allo stesso modo la costituzione di parte civile da parte della Regione Puglia, del Comune di Melendugno e altri nel procedimento penale nei confronti dei vertici Tap, essendo la stessa finalizzata alla richiesta di un risarcimento danni, che giocoforza dovrà essere quantificato (in casi di condanna)», prosegue Salvemini che infine - non senza un chiaro intento polemico - domanda a Carducci quale sia la sua posizione nei confronti dell'Università del Salento. «Della quale alcune articolazioni hanno offerto legittimamente collaborazione alla progettazione e realizzazione del gasdotto. Non ricordo tue prese di posizione pubbliche su questo, tese a ispirare la condotta di tutti noi verso il futuro di decenza che dobbiamo ai giovani e alle generazioni future. Mi chiedo se - oltre che nei confronti del sindaco, degli assessori e dei consiglieri comunali di Lecce - abbia censure da esprimere anche nei confronti della Università e di tuoi colleghi».

Mentre il dibattito infiammava i social, e si allarga anche a tecnici e altri esponenti del governo, arriva la replica del l'accademico che in serata ribadisce con ancora più forza: «Stiamo andando a sbattere contro un muro, ma ci offendiamo per le parole - scrive Carducci - . Stiamo andando a sbattere - e pensiamo di compensare l'urto con il denaro. Abbiamo il dovere di fare tutto questo perché è giusto e perché è necessario. Purtroppo per noi, non ci sono alternative e, se rinunciamo, abdichiamo alla speranza, magari in buona educazione».
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Quotidiano Di Puglia