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Una serata partita col botto, ma poi scivolata via tranquilla tra le vie più frequentate della movida a Lecce, sino alla chiusura dei locali in una notte di mezza estate. Un bilancio tutto sommato positivo, insomma, quello fatto venerdì a conclusione della “prima” del nuovo servizio di steward, voluto e pagato dagli stessi gestori di pub e ristoranti del centro storico.
Vestiti completamente di nero e “armati” solo di un tesserino di riconoscimento legato attorno al collo, quattro vigilantes di un istituto privato, la “Security XXL”, hanno girato tra i tavolini pieni di birre, panini e cocktail. Uno sguardo silenzioso e discreto per individuare e segnalare eventuali situazioni di “disturbo”, se non proprio di illegalità, e quindi per aumentare il senso di sicurezza generale nel centro storico di Lecce. Il nuovo servizio, che nei giorni scorsi è stato presentato ufficialmente in Prefettura, andrà avanti per tutti i fine settimana di agosto e settembre, dalle 23 alle 3 di notte. E, come detto, ha preso il via venerdì scorso.
Ma nemmeno il tempo di partire e ha avuto il suo “battesimo di fuoco”. Proprio in un locale situato tra le vie Ascanio Grandi e Maremonti (quelle nei mesi scorsi finite nel mirino dell’ordinanza del sindaco Adriana Poli Bortone che aveva limitato gli orari di apertura), attorno alle 22.30, il gestore ha richiesto l’aiuto degli steward. Un cliente, svenuto all’interno del bagno, non rispondeva ai solleciti. I vigilantes hanno allertato subito il servizio 118 e un’ambulanza, giunta sul posto, ha portato l’uomo in ospedale per gli accertamenti urgenti e le cure del caso. Nessuna conseguenza grave, ma probabilmente solo gli effetti dell’aver alzato un po’ troppo il gomito.
In casi come questi, però, meglio non peccare di superficialità. «Proprio in questa zona – spiega chi la frequenta – ne sono successe di ogni genere. Anche risse tra decine e decine di ragazzi con sedie, tavolini e quant’altro finiti per aria». Smartphone in mano per verificare l’elenco dei locali aderenti all’iniziativa, il tour degli uomini in nero è poi proseguito in piazzetta Santa Chiara, vero cuore della movida leccese, e ancora lungo via Federico d’Aragona e via dei Perroni.
Ovunque il rituale è lo stesso: presentazioni, strette di mano, scambio di qualche impressione sul corso della serata e dei numeri di telefono. «Piacere, siamo del nuovo servizio. Se avete bisogno, contattateci subito, senza problemi». Ma ovviamente il controllo non si limita ai nominativi dei locali aderenti. «Nei nostri giri siano attenti a 360 gradi – garantiscono – e se vediamo qualcosa che non va nel pub che non è nell’elenco, ma è accanto a quello che fa parte del progetto, non è che facciamo finta di niente. Interveniamo o segnaliamo la cosa a chi di dovere. Ma bisogna valutare bene ogni situazione».
Perché, di fatto, gli steward non sono pubblici ufficiali e quindi non hanno poteri sanzionatori o comunque di pubblica sicurezza. In presenza di violazioni più o meno gravi, se non addirittura di fatti illeciti, devono sollecitare subito l’intervento delle forze dell’ordine e degli agenti della Polizia locale.
«Il nostro compito – spiegano – è cercare di prevenire situazioni spiacevoli. Chi fa questo lavoro da un po’ di anni, ha ormai l’occhio attento anche ad individuare quei soggetti che potrebbero creare qualche problema. Certo, da qualche anno a questa parte, c’è sempre più un senso di impunità soprattutto da parte di giovani e giovanissimi».
Lungo le viuzze e nei locali del centro, nonostante il passare delle ore, c’è gente, ma non è l’affluenza dei giorni migliori. «D’estate le persone vanno anche al mare – ammette qualche gestore – e poi c’è anche “Birra e sound” a Leverano, che attira gran parte della nostra clientela. Turisti? Sì, ci sono, ma con una media d’età più alta rispetto al passato. E quindi si vedono più di giorno che nelle ore serali e notturne».
Il giro va avanti e da via del palazzo dei Conti di Lecce si taglia per arrivare in via Paladini e raggiungere un’altra zona molto frequentata dal popolo della notte. Poi lungo via Cairoli fino allo spazio antistante l’ex convitto Palmieri. Anche questa, insieme a piazzetta Santa Chiara, considerata un’area particolarmente sensibile per l’alta concentrazione di giovanissimi, che stazionano sui gradini o sotto i portici della biblioteca Bernardini o dell’ex chiesa di San Francesco della Scarpa.
«Qui arrivano gruppi che spesso non hanno bisogno neppure dei locali della zona – spiega un operatore commerciale – perché arrivano già con le casse di alcolici e con gli strumenti per suonare la loro musica. Il più delle volte non creano particolari problemi. Ma se scoppia una rissa, non è per nulla semplice intervenire. Neppure per le forze dell’ordine, se non in numero consistente».
Gli altri due vigilantes hanno passato al setaccio la zona di piazza Sant’Oronzo e quella parte della città tra Santa Croce e Porta Napoli. Ma ovviamente restano sempre in contatto con i colleghi. In caso di emergenza o comunque per qualsiasi necessità, ci mettono poco a ritrovarsi e darsi manforte reciprocamente. Stavolta, fortunatamente, non ce n’è stato bisogno.
E il ritrovo tra loro e coi giornalisti è l’occasione per una battuta e una risata. «Quando esce l’articolo? Così prendo Quotidiano».
Quotidiano Di Puglia