Un immobile confiscato alla mafia ed assegnato con una delibera adottata su segnalazione dell'ufficio del Gabinetto del sindaco. Con una procedura ritenuta irregolare,...
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Nelle carte anche un altro ex sindaco: Adriana Poli Bortone. Anche lei estranea ai fatti e fuori dall'elenco degli indagati. Se ne parla nel capo di imputazione per corruzione per atti contrari al dovere d'ufficio, corruzione elettorale, falso ideologico in atto pubblico aggravato contestati ad Antonio Torricelli, Giovanni Puce, Pasquale Gorgoni, Sergio De Salvatore, Monia Gaetani e Piera Perulli: assegnazione in modo discrezionale ed ingiustificato del sindaco Adriana Poli Bortone di una casa-parcheggio. A ridosso delle elezioni.
I nomi degli ultimi due sindaci della coalizione di centro destra erano fra quelli contenuti nelle proroghe delle indagini chieste dalla Procura nei mesi scorsi ed in seguito depennati. Per l'uno e l'altro caso di assegnazione di alloggi con forzature delle procedure per raggirare le leggi regionali, rispondono gli indagati indicati nei due capi di imputazione.
Il primo: si parla di violazione della normativa regionale sull'assegnazione degli alloggi-parcheggio e più in generale della violazione dei principi costituzionali di imparzialità e di buona andamento dell'amministrazione pubblica, attraverso l'uso distorto dell'emergenza abitativa finalizzato all'aggiramento delle graduatorie ordinarie. Viene contestata la mancanza di presupposti dei presupposti di legge, l'assenza dell'autorizzazione della Giunta regionale, la mancata applicazione dei criteri indicati nella delibera di Giunta del 2006 e nel regolamento per l'assegnazione provvisoria di alloggi adottato nel maggio del 2013 dal Consiglio comunale. Nel merito, questa l'accusa: «Intenzionalmente procuravano a...un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nell'assegnazione, con delibera di Giunta comunale numero 386 del 13 maggio del 2013, adottata su segnalazione dell'ufficio del Gabinetto del sindaco numero 45.551 del 22 aprile del 2013, previa istruttoria curata da Gorgoni quale responsabile del procedimento su relazione dell'assessore al patrimonio, Monosi, e con parere favorevole di Rollo quale dirigente dell'ufficio Patrimonio, dell'alloggio comunale di via De Marco giunto in proprietà del Comune di Lecce con decreto del prefetto quale immobile confiscato alla mafia, destinato all'emergenza abitativa. Sottraendo tale immobile alla graduatoria ordinaria in vigore con il bando numero 1/2011».
Graduatorie ordinarie ignorate - che è poi una circostanza che ricorre sistematicamente in questa inchiesta - anche nell'altro capo di imputazione. Il beneficiario della casa in questione risulta fra gli indagati, con la funzione di collettore di voti: Monia Gaetani. Case in cambio di voti, altro filo conduttore delle indagini. Che fa il paio con le forzature delle procedure: «Nonostante Monia Gaetani occupasse illegittimamente l'alloggio parcheggio di proprietà comunale sito in viale della Repubblica a decorrere dal 23 maggio del 2007, in virtù di un provvedimento di assegnazione straordinaria e temporanea del sindaco Poli Bortone, adottato su volontà dell'assessore alla Casa ed ai Servizi sociali (all'epoca era l'attuale parlamentare Roberto Marti, ndr) e di Raffaele Attisani (all'epoca dirigente dell'ufficio Casa) in modo discrezionale ed ingiustificato, sottraendolo alla graduatoria ordinaria in vigore». Viene ricordato che l'assegnataria non avrebbe potuto beneficiare dell'alloggio perché occupava abusivamente un alloggio parcheggio dal 17 maggio del 2007. Ed era morosa. L'assegnazione, sottolineano le carte dell'inchiesta, avvenne a ridosso delle elezioni comunali del 27-28 maggio 2007. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia