Ridotta in Appello la condanna al barista Diego Alfieri, 37 anni, di Nardò, arrestato e finito poi sotto processo con l'accusa di aver ammazzato a colpi di...
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Assolta la moglie della vittima, la 36enne Katia Valiani, dall'accusa di aver consegnato all'amante la pistola calibro 7,65 da cui partirono i quattro colpi durante un incontro fra i tre nella Lancia Phedra della vittima. In primo grado la donna era stata condannata a quattro anni ed otto mesi di reclusione. La Valiani ha avuto nel processo il doppio ruolo di imputata e di parte offesa. Da imputata è difesa dall'avvocato Giuseppe Cipressa, come parte civile dall'avvocato Tommaso Mandoi.
Parti civili gli otto familiari di Giampiero Murinu che hanno chiesto 500mila euro a testa con gli avvocati Donato Mellone e Donato Sabetta. Ed anche la stessa richiesta, per l'identico importo, arrivata dalla Valiani con l'avvocato Mandoi.
La difesa di Alfieri ha chiesto l'assoluzione sostenendo che avesse agito per legittima difesa quando vide Murinu chinarsi verso il sedile del passeggero come per prendere un'arma nascosta nella sua Lancia Phedra dove
trovò posto anche la Valiani. Perché anche se non vennero mai trovate pistole o fucili, le intercettazioni telefoniche avrebbero dimostrato che un'arma c'era e sarebbe stata fatta sparire prima dell'arrivo delle forze
dell'ordine: "Ma ke tiene un ferro in makkina? Ho la netta sensazione che gli fa qualcosa", l'sms scambiato dalla donna con un parente. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia