Slow Food premia la cantina Cupertinum: lo Spinello dei Falconi è Top Wine

Slow Food premia la cantina Cupertinum: lo Spinello dei Falconi è Top Wine
Slow Food, come di consueto, premia i vini di tutta Italia e, tra quelli salentini, inserisce in Top Wine il rosato Spinello della cantina Cupertinum. La Guida SlowWine...

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Slow Food, come di consueto, premia i vini di tutta Italia e, tra quelli salentini, inserisce in Top Wine il rosato Spinello della cantina Cupertinum. La Guida SlowWine di SlowFood, da quando è nata, ha sempre dedicato alla Cantina Cupertinum parole d'elogio per l’impegno aziendale – enologico e sociale - e l’alta qualità dei vini. E se nell’edizione 2023 era stato il Negroamaro a ricevere il TopWine in quella del 2024 (in libreria da ottobre) la “palma d’oro” passerà al rosato Spinello dei Falconi Salento Igt, ottenuto da negroamaro in purezza, ormai diventato uno dei simboli enoici non soltanto della storica Cantina di Copertino ma dell’intero Salento. La comunicazione di questo nuovo riconoscimento è arrivata dalla redazione di SlowWine, precisamente da Giancarlo Gariglio, suo direttore.

L'enologo

Soddisfatto l’enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi: “Sia in Italia che all’estero, siamo da sempre una realtà che dà sicurezza per la qualità dei propri vini. La serietà alla lunga paga e grazie a questo premio continuiamo a valorizzare non solo i nostri vini ma anche il territorio e le sue ricchezze turistiche e 
Il presidente Francesco Trono aggiunge che “la nostra storica Cantina è in sintonia con gli obiettivi del ‘buono, giusto, pulito’ di SlowFood, che ha particolare attenzione per la valorizzazione del territorio, dell’ambiente, dei prodotti enogastronomici, proprio per questo siamo contenti di questa affermazione, che conferma i premi ottenuti negli ultimi anni: WineSpectator, Decanter, Joe Bastianich, Vinous, Vitae/AIS, Bibenda/FIS, Veronelli, Vinibuoni, etc”.



Il Rosato del Salento secondo Giuseppe Pizzolante Leuzzi. “Il Salento è la regione in cui questo metodo di vinificazione ha mantenuto i più solidi legami con la tradizione. La vinificazione trae origine dall’antica lacrima – ottenuta un tempo per percolazione del liquido attraverso le trame dei sacchi di iuta che contenevano i grappoli di Negroamaro – poi sostituita dalla vinificazione per alzata di cappello: dopo la diraspatura, l’uva pigiata viene lasciata fermentare e si attende che la parte solida, costituita dalle bucce, risalga in superficie per formare quello che in gergo viene chiamato appunto il cappello; a quel punto si estrae solo il fiore, il mosto leggermente colorato, che termina la fermentazione. Il Rosato è il vino di una notte: nel volgere di poche ore acquista le sue caratteristiche cromatiche, dal rosa corallo alle nuances più tenui. La versatilità negli abbinamenti con il cibo, i profumi, la sapidità e la freschezza sono le principali caratteristiche di questo vino simbolo del Salento”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia