A pensar male si compie peccato, ma molto spesso ci si azzecca. La polemica sull’assenza del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, alla tradizionale Via crucis...
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L’interrogativo della regista ha innescato la girandola dei commenti. Chi si è disgustato perché ci si lamenta pure del fatto che il sindaco non abbia partecipato a una processione, chi ha accennato alla laicità dello Stato, chi ha sottolineato la differenza tra credo personale e rappresentanza istituzionale. E non sono mancate le note ironiche. Fra i motti di spirito si legge: «Liberiamo i due ladroni e al posto loro crocifiggiamo i nostri sindaco e vicesindaco».
Il primo cittadino non ha risparmiato la risposta al post della signora Gentile: «Sono sorpreso e dispiaciuto dei toni polemici di chi rimprovera la sua mia mancata partecipazione ieri alla processione del Venerdì Santo. Che ho trascorso - come anche i Sepolcri del Giovedì Santo - a casa, in famiglia. Dopo una giornata di tanti appuntamenti tra i quali - anche - un saluto di augurio con Sua Eccellenza il Vescovo e Padre Marafioti. I riti religiosi sono un momento di profonda riflessione per tutti i fedeli. Che da laico non credente sinceramente rispetto». Dunque, il sindaco di Lecce è ateo, motivo per cui non ha partecipato alla Via crucis. Non era, come qualcuno temeva, affaccendato in qualcosa di più importante. «Come sindaco – ha spiegato Salvemini - mi sento impegnato ogni giorno in un rapporto costante e fruttuoso con la Curia e con le tante associazioni religiose che nella nostra città, con grande merito, si spendono in attività sociali a beneficio dei più deboli, offrendo un contributo di fondamentale importanza nella nostra comunità. Un ruolo che ho sempre presente e al quale manifesto in ogni occasione considerazione, rispetto, ammirazione, gratitudine». Assenza chiarita. Ma la celebrazione della Pasqua richiedeva tutt’altre riflessioni.
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Quotidiano Di Puglia