Si spaccia per militare, impiegato della Lupiae truffa diverse donne. Condannato a 4 anni di reclusione

Si spaccia per militare, impiegato della Lupiae truffa diverse donne. Condannato a 4 anni di reclusione
Condannato a 4 anni di reclusione per truffa aggravata e continuata, Augusto Capasa, dipendente della Lupiae servizi che si spacciava per militare con l’obiettivo di far...

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Condannato a 4 anni di reclusione per truffa aggravata e continuata, Augusto Capasa, dipendente della Lupiae servizi che si spacciava per militare con l’obiettivo di far innamorare e “spillare” denaro a due donne sole. La sentenza che inchioda l’uomo è stata emessa dal giudice della seconda sezione penale, Bianca Maria Todaro. Con una delle vittime dei suoi raggiri - secondo le carte dell’inchiesta del pubblico ministero Massimiliano Carducci – Capasa avrebbe anche finto di essere un maggiore dei carabinieri del Ros, impegnato nella lotta alla mafia. Una delle due donne vittime, una 55enne di Trepuzzi, costituitesi parti civili nel processo, è stata assistita dall’avvocatessa Francesca Conte. I fatti. L’imputato era accusato di avere raggirato la donna di Trepuzzi, sottraendole circa 200mila euro per difficoltà sue “gravissime”.

Alla 61enne veneta, invece, avrebbe sottratto 38mila euro, sempre ricorrendo a inganni e sotterfugi. Con quel denaro ottenuto con insistenti richieste, l’uomo avrebbe condotto una vita spensierata, utilizzando quelle elargizioni concesse in prestito, e in realtà mai restituite, per l’acquisto di beni costosi tra cui una barca, una moto Honda di grossa cilindrata del valore di 13mila euro, un motociclo del valore di 6.300 euro, e una Jeep da 30mila euro. E sempre secondo le accuse si sarebbe concesso anche alcuni viaggi all’estero. Arrivando, in alcuni casi, anche a minacciare le donne se non avessero continuato a “girargli” i soldi. In particolare, l’uomo avrebbe messo in atto la sua strategia nei confronti della 55enne di Trepuzzi approfittando, secondo la ricostruzione dell’accusa, del precario stato di salute della donna che avrebbe subìto richieste di denaro sino al luglio del 2019.

Alla donna veneta, che avrebbe invece ritirato la querela, l’uomo si sarebbe presentato come un maggiore dei carabinieri dai compiti “misteriosi”: anche in questo caso capace di fingersi innamorato per spillare migliaia di euro. Ieri quindi la sentenza del giudice monocratico: per Capasa è arrivata la condanna a 4 anni oltre alla rifusione di una provvisionale di 35mila euro e a risarcire il danno in sede civile. L’imputato era difeso dagli avvocati Roberto Rella e Francesco De Iaco.

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Quotidiano Di Puglia