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Vandalizzato e imbrattato con la vernice il menhir del Manfio tra Casarano e Ruffano, già due anni fa era stato rubato. Il detto “la mamma dei cretini è sempre incinta”, forse potrebbe spiegare il perché degli atti vandalici che continuano a perpetuare sui beni culturali e sulle testimonianze della storia che ci circondano.
Il megalite imbrattato, probabilmente di origine messapica, nei pressi della cripta del Crocefisso tra Casarano e Ruffano, appartenente all’antico feudo di Santa Costantina è già stato vittima dell’incuria, in quanto con molta probabilità era di un’altezza maggiore e adesso è alto solo circa un metro.
Ora è stato imbrattato con una vernice che sembrerebbe fresca. La segnalazione ieri pomeriggio a Quotidiano con un passaparola tra trekker e amanti del territorio che vedendolo non hanno potuto non notare e non fotografare lo scempio perpetuato.
«Sono cose che succedono, ma è un vero peccato. Si può intervenire –spiega Mario Catania restauratore esperto- dipende dall’origine del materiale con cui è stato imbrattato, usando un solvente diluito, solo dopo aver trovato il più adatto, ma sono puliture che richiedono grande attenzione. Pratiche comunque abbastanza delicate da fare su un materiale come la pietra leccese che assorbe facilmente. Bisogna che intervengano esperti stando attenti a non snaturare la pietra».
«Ci stiamo attivando per interessare gli enti preposti prima per la salvaguardia e poi per risalire agli autori di questo vile gesto, ha dichiarato il sindaco di Ruffano Antonio Cavallo. In un muro di una campagna vicina c’è un murales con gli stessi caratteri. Sono zone fuori mano, metteremo delle foto trappole, ma non è facile tenere sotto controllo 39 chilometri di territorio».
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