Salento, operazione anti-caporalato: nei campi sfruttati anche minori. La Uila: «Dati sconcertanti»

Salento, operazione anti-caporalato: nei campi sfruttati anche minori. La Uila: «Dati sconcertanti»
Irregolarità in oltre il 60% delle aziende controllate, con un totale di 132 posizioni lavorative non regolari su 418 lavoratori complessivi, molti dei quali, minorenni....

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Irregolarità in oltre il 60% delle aziende controllate, con un totale di 132 posizioni lavorative non regolari su 418 lavoratori complessivi, molti dei quali, minorenni. L'operazione “Supreme” della task force anti-caporalato coordinata dall'Ispettorato del lavoro di Lecce ha riportato l'attenzione della pubblica opinione su una situazione già nota sotto tanti punti di vista - sfruttamento del lavoro nelle campagne, lavoro nero -, evidenziando però anche un problema finora poco trattato, quello del lavoro minorile. «I dati - dice il segretario generale della Uila provinciale, Mauro Fioretti - sono sconcertanti, soprattutto rispetto ai numeri prospettati».

I controlli, infatti, hanno interessato un totale di 86 aziende, in 52 delle quali sono state riscontrate irregolarità. I verbali degli ispettori riportano 132 posizioni lavorative non regolari su 418 lavoratori controllati, per una percentuale di irregolarità pari quasi al 30%. «Sono dati che parlano da soli. Come Uila Lecce - prosegue Fioretti -, esprimiamo grande preoccupazione, ringraziando al contempo l’Ispettorato territoriale del Lavoro e tutti gli organi ispettivi che hanno contribuito a rilevare queste irregolarità che devono essere perseguite e punite in maniera severa. Siamo ancor di più preoccupati perché, in alcuni casi, si parla di situazioni che riguardano anche lavoratori minorenni», privi di qualsiasi tutela e sfruttati nei campi come manodopera a basso costo.

«Accanto all'azione repressiva che ha portato a risultati importanti, anche grazie alla legge 199, è necessario dare gambe all'altra parte della legge - conclude il segretario Uila - rendendo realmente operative le sezioni territoriali della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità che sono attualmente dormienti, affinché, anche mediante la collaborazione degli enti bilaterali, si riesca a far incrociare la domanda con l'offerta di lavoro. Solo così si potrà dare una risposta al fenomeno del caporalato. Se accanto all’opera, sicuramente meritoria, di carattere ispettivo si accompagna l’azione propositiva delle parti sociali, si potrà veramente cercare di regolamentare la gestione del mercato del lavoro in maniera virtuosa». 

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Quotidiano Di Puglia