Un'immersione, il fondale scandagliato palmo a palmo e poi il ritrovamento: una sacca grigio chiaro, probabilmente di juta, lacerata dai pesci o dal tempo. E a fare capolino...
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Il giorno seguente, cioè ieri, la seconda segnalazione. Stavolta un sub ha telefonato ai carabinieri della locale stazione, segnalando la presenza di quello che, a una prima occhiata, sembrava un femore. Stamattina, infine, l'area è stata prima sorvolata da un elicottero dei vigili del fuoco. Poi al “porto”, dove già nelle prime ore della giornata, si erano radunate decine di curiosi, l'immersione dei sommozzatori e la scoperta.
Il sacco contenente le ossa è stato recuperato proprio al centro del bacino, a due passi dal lido dove ombrelloni e lettini erano occupati da famiglie con bambini, tenuti lontani dai carabinieri del Nucleo investigativo, dalla Municipale di Melendugno e dalla capitaneria di Porto, intervenuti sul posto.
Dalle notizie raccolte da Quotidiano, la sacca conteneva diverse ossa, «non così datate, ma nemmeno dell'ultimo periodo, giacché non vi erano resti di carne o cartilagini» riferiscono fonti investigative. Non si esclude che possa trattarsi dei resti di un animale, forse un cane, chiusi in un sacco e gettati in acqua, portati fino a Roca dalle forti correnti della tramontana che ha sferzato il Salento fino a ieri.
Ma il ritrovamento di due giorni fa, quel piede rinvenuto poco distante è una “coincidenza” sulla quale i carabinieri della compagnia di Lecce, agli ordini del capitano Adinolfi, vogliono vederci chiaro. Non si esclude, per ora, alcuna pista, ma le ossa ritrovate nella sacca saranno innanzitutto sottoposte all'esame di un medico veterinario, per comprendere se realmente si tratti di un animale. Il piede, invece, si trova già alla camera mortuaria dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove sarà esaminato dal medico legale incaricato dalla Procura di Lecce. Le vacanze, dunque, si tingono di giallo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia