Ricerche vane, poche speranze per i pescatori dispersi tra le onde Sulla spiaggia compare un cuore: «Fratello ti amo»

Ricerche vane, poche speranze per i pescatori dispersi tra le onde Sulla spiaggia compare un cuore: «Fratello ti amo»
Strazio sulla spiaggia di Pescoluse, dove nella giornata di oggi è comparso il messaggio di Simona Piro, sorella del disperso Fabrizio Piro. Un grande cuore che batte...

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Strazio sulla spiaggia di Pescoluse, dove nella giornata di oggi è comparso il messaggio di Simona Piro, sorella del disperso Fabrizio Piro. Un grande cuore che batte mentre le speranze di ritrovare vivi i due pescatori dopo il naufragio di martedì notte, sono ormai ridotte al lumicino.

In mare, da martedì mattina, ci sono tre motovedette della Guardia Costiera e una della Guardia di finanza. Ieri l'area della ricerca è stata ampliata verso nord, per coprire ben più delle dieci miglia su cui i soccorritori si erano concentrati nelle prime 24 ore di ricerche. Ma di Fabrizio Piro, capobarca di 53 anni, e dell'operaio Damiano Tricarico, 43 anni, proprio non c'è traccia. Si continua a cercare: con la luce del giorno in azione entrano anche un Atr della capitaneria, altri due elicotteri e i sommozzatori dei vigili del fuoco, che ieri hanno effettuato le prime immersioni dopo che martedì avevano dovuto interromperle a causa del vento, del mare troppo mosso e dell'acqua torbida.
Le ricerche sono complicate dalle variazioni del vento: da Scirocco della notte della tragedia a Maestrale. I dispersi potrebbero essere stati spostati dalla corrente da Nord a Sud.
Ieri le condizioni meteomarine erano un po' migliori e - come fanno sapere dal reparto operativo della Capitaneria di porto di Bari, che coordina le operazioni di soccorso - si è potuto lavorare meglio. Purtroppo, però, dei due pescatori dispersi dalla mezzanotte di martedì non c'è alcuna traccia. Le correnti potrebbero aver trascinato i loro corpi lontano e, forse, il mare potrebbe non restituirli mai più. Certo, se i due fossero almeno su una zattera di salvataggio, forse si potrebbe ancora sperare per la loro vita, invece il freddo gelido di febbraio non lascia presagire nulla di buono. E si capisce dagli sguardi dei soccorritori e degli stessi pescatori, che anche ieri erano a Pescoluse a dare supporto alle ricerche, che ormai non si cercano più persone in vita. «Il mare ci deve ridare i loro corpi», mormorano gli amici e i parenti che anche ieri sono tornati a Pescoluse, incapaci di rimanere in casa. E non si rassegnano. Se non potranno avere indietro i loro cari, almeno pretendono un luogo su cui piangerli e su cui deporre un fiore.
Si cerca da più di 48 ore, si cercherà anche oggi. Fino allo sfinimento, notte e giorno. L'Aurora - un semicabinato di otto metri - era partita attorno alle 23 dal porticciolo di Torre Vado, dov'era ormeggiata. All'improvviso, attorno a mezzanotte, il vento forse è cambiato, governare la barca è diventato impossibile: un'onda anomala all'altezza di una secca ha fatto ribaltare l'imbarcazione, sbalzando fuori i tre pescatori. Cosimo Piro, 33 anni, figlio del capobarca, a Gallipoli noto come Mino, si è liberato delle scarpe e dei vestiti per non andare giù e ha sorretto a lungo il padre Fabrizio, cercando disperatamente di trascinarlo verso una secca, ma a circa 150 metri dalla riva un'onda glielo ha strappato di mano. Damiano, invece, era aggrappato a un'asse di legno. Ma non ce l'ha fatta a guadagnare la riva. Appena a Gallipoli si è sparsa la voce dell'accaduto, le barche si sono fermate e decine e decine di pescatori si sono ritrovati sulla spiaggia di Pescoluse, insieme con i parenti dei dispersi, a stringersi e a pregare.

L'Aurora, attorno alle 6 della stessa mattina del naufragio, è stata sputata fuori dal mare e ritrovata spiaggiata a Pescoluse, proprio di fronte a piazza Parco dei Gigli. Ieri è stata portata via dalla spiaggia con una ruspa. Il pubblico ministero Donatella Palumbo sta intanto valutando la situazione, in attesa di aprire un fascicolo per naufragio colposo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia