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Urla strazianti dalle finestre della casa circondariale di Lecce: "acqua!", gridano i detenuti nel cuore della notte per attirare l'attenzione sulla condizione delle celle in questa ondata di caldo che attanaglia in Salento da giorni. È accaduto ieri sera, con grande preoccupazione anche da parte delle famiglie già abituate a fare i conti con gli annosi problemi di sovraffollamento della struttura.
A creare l'emergenza l'interruzione della fornitura elettrica dovuta al sovraccarico della rete che da ieri mattina aveva isolato l'intera zona di Borgo San Nicola e quindi anche il carcere, creando una situazione esplosiva per via del prosciugamento delle vasche d'acqua che riforniscono i reparti e le celle. Una situazione che con il caldo ha aggravato le critica dei reparti, dove alle 18, quando chiudono le celle e quindi anche i cancelli blindati, il ricircolo d'aria diminuisce drasticamente.
La direzione: al lavoro per risolvere il problema
«La situazione è sotto controllo: abbiamo noleggiato un gruppo elettrogeno d'emergenza - spiega la nuova direttrice della struttura, Valentiva Meoelovoli che questa mattina ha incontrato i detenuti -. In serata, il via vai dell'energia elettrica ha interrotto l'erogazione idrica in alcuni reparti. Al momento l'acqua c'è: l'Enel ha fatto il suo lavoro ripristinando il possibile ma la corrente elettrica ancora va e viene». La garante dei detenuti, Maria Mancarella ha verificato sta la situazione all'interno della struttura:
«La Direzione si riserva di verificare le responsabilità di questa interruzione.
L'associazione Antigone: monitoriamo la situazione in carcere
«Stiamo monitorando ciò che accade nel carcere di Lecce da 48 ore - scrive la presidente dell'Associazione Antigone, Maria Pia Scarciglia -. Abbiamo avuto un colloquio con la neo direttrice che stamane ci ha informato del ripristino della corrente eletttica. A breve anche l’erogazione dell’acqua sarà regolare. Riteniamo significativo l’incontro tra la Direttrice e le delegazioni dei detenuti di tutte le sezioni del carcere di Lecce dopo le proteste scoppiate nella giornata di ieri. Il confronto democratico con la popolazione detenuta nonché la trasparenza delle informazioni su ciò che accade in un istituto sono un segnale di rispetto da parte dell’istituzione carceraria nei confronti di chi vive quei luoghi.
Nel carcere di Lecce vivono 1050 persone su una capienza di 650 posti regolarmentari. L’estate avanza, i numeri dei presenti crescono e le nostre strutture non sono adeguate per reggere un peso enorme come quello del sovraffollamento. La politica intervenga nel rispetto della dignità delle persone».
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Quotidiano Di Puglia