Lecce, la protesta dei detenuti dalle finestre: «Siamo senza acqua». La direttrice: al lavoro per la soluzione. Antigone: la politica intervenga - VIDEO

Lecce, la protesta dei detenuti dalle finestre: «Siamo senza acqua». La direttrice: al lavoro per la soluzione. Antigone: la politica intervenga
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Venerdì 25 Giugno 2021, 12:18 - Ultimo aggiornamento: 18:20

Urla strazianti dalle finestre della casa circondariale di Lecce: "acqua!", gridano i detenuti nel cuore della notte per attirare l'attenzione sulla condizione delle celle in questa ondata di caldo che attanaglia in Salento da giorni. È accaduto ieri sera, con grande preoccupazione anche da parte delle famiglie già abituate a fare i conti con gli annosi problemi di sovraffollamento della struttura.

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A creare l'emergenza l'interruzione della fornitura elettrica dovuta al sovraccarico della rete che da ieri mattina aveva isolato l'intera zona di Borgo San Nicola e quindi anche il carcere, creando una situazione esplosiva per via del prosciugamento delle vasche d'acqua che riforniscono i reparti e le celle. Una situazione che con il caldo ha aggravato le critica dei reparti, dove alle 18, quando chiudono le celle e quindi anche i cancelli blindati, il ricircolo d'aria diminuisce drasticamente.

La direzione: al lavoro per risolvere il problema

«La situazione è sotto controllo: abbiamo noleggiato un gruppo elettrogeno d'emergenza - spiega la nuova direttrice della struttura, Valentiva Meoelovoli che questa mattina ha incontrato i detenuti -. In serata, il via vai dell'energia elettrica ha interrotto l'erogazione idrica in alcuni reparti. Al momento l'acqua c'è: l'Enel ha fatto il suo lavoro ripristinando il possibile ma la corrente elettrica ancora va e viene». La garante dei detenuti, Maria Mancarella ha verificato sta la situazione all'interno della struttura: 

«La  Direzione  si  riserva  di  verificare  le  responsabilità  di questa  interruzione.

La  preoccupazione  e  il  grave  disagio  generato  hanno  dato  vita  a  proteste  da  parte  di  detenuti  in alcune  sezioni,  appena  contenute  dall’intervento  degli  agenti  che,  utilizzando  l’acqua  degli  idranti, hanno  riempito  alcuni  secchi  da  utilizzare  per  le  emergenze. Oggi,  sin  dalla  prima  mattina  la  direttrice  e  il  comandante  hanno  incontrato  le  delegazioni  di detenuti  di  tutte  le  sezioni  per  dar  loro  conto  della  situazione,  spiegare  i  diversi  passaggi  e comunicare  che  Enel  si  era  impegnata  a  risolvere  il  problema  nella  mattinata.  È  stato  anche comunicato  loro  che,  per  un  paio  di  giorni  nelle  ore  del  passeggio,  l’erogazione  dell’acqua  sarà sospesa  per  dar  modo alle  vasche  svuotate  di  riempirsi  nuovamente. La  direzione  ha, inoltre,  acquistato scorte  di  acqua in bottiglia per venire incontro a tutte le esigenze. Certamente  non  posso  che  esprimere  la  mia  soddisfazione  per  la  soluzione  del  grave  problema,  ma nello  stesso  tempo  far  sentire  la  mia  vicinanza  ai  detenuti  e  alle  detenute  per  i  gravi  disagi  affrontati che  vanno  purtroppo  ad  aggiungersi  ai  tanti  problemi  da  cui  è  afflitto  un  carcere  ormai  vecchio strutturalmente,  gravemente  sovraffollato  e  con  carenze  di  tipo  sanitario  ormai  croniche  come Borgo  San  Nicola».   

L'associazione Antigone: monitoriamo la situazione in carcere

«Stiamo monitorando ciò che accade nel carcere di Lecce da 48 ore - scrive la presidente dell'Associazione Antigone, Maria Pia Scarciglia -. Abbiamo avuto un colloquio con la neo direttrice che stamane ci ha informato del ripristino della corrente eletttica. A breve anche l’erogazione dell’acqua sarà regolare. Riteniamo significativo l’incontro tra la Direttrice e le delegazioni dei detenuti di tutte le sezioni del carcere di Lecce dopo le proteste scoppiate nella giornata di ieri. Il confronto democratico con la popolazione detenuta nonché la trasparenza delle informazioni su ciò che accade in un istituto sono un segnale di rispetto da parte dell’istituzione carceraria nei confronti di chi vive quei luoghi.
Nel carcere di Lecce vivono 1050 persone su una capienza di 650 posti regolarmentari. L’estate avanza, i numeri dei presenti crescono e le nostre strutture non sono adeguate per reggere un peso enorme come quello del sovraffollamento. La politica intervenga nel rispetto della dignità delle persone».

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