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Una odissea lunga più di sette ore in attesa di ricevere cure mediche e assistenza, «tra pazienti doloranti e persone ferite e sanguinanti». La segnalazione - l'ennessima dello stesso genere - arriva ancora una volta da una turista, la quale nei giorni scorsi ha avuto necessità di recarsi in pronto soccorso all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce.
La denuncia della turista: «Più di sette ore in attesa tra pazienti doloranti e feriti»
"Amiamo il Salento, veniamo da oltre vent'anni ed abbiamo amici fraterni, persone meravigliose. Devo però segnalare l'assoluta disorganizzazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Vito Fazzi - ha denunciato la turista a Quotidiano nei giorni scorsi - sono qui con mio marito da sette ore per un problema ad un braccio, da indagare in quanto paziente oncologico soggetto a tromboflebiti. Ci sono circa 50 persone in sala d'attesa, tutti insieme, pazienti doloranti e anche sanguinanti, e noi accompagnatori. Il tampone è stato fatto soltanto ai pazienti, a noi no, ma stiamo tutti insieme. Mio marito ha fatto il prelievo verso le 12 e basterebbe che un medico lo guardasse e refertasse per sapere cos'ha e regolarci, togliendo probabilmente il disturbo. Invece ha dovuto alzare la voce e minacciare un incolpevole addetto all'accoglienza per ottenere un minimo di udienza.
L'Aiop: «Stop al numero chiuso a Medicina contro la carenza di dottori»
«La carenza di organici negli ospedali, non è solo una questione di risorse, ci vuole anche una buona dose di coraggio. Continuare con politiche spot per poi ritrovarsi sempre davanti lo stesso scoglio, è un gioco a somma zero, in cui perdono tutti amministratori, medici, cittadini». Lo dichiara Potito Salatto, presidente di Aiop Puglia, l’associazione ospedalità privata.
«È di questi giorni - prosegue - la polemica, nella nostra regione, tra sindacati e Asl sugli accordi con le cooperative private di medici per colmare le posizioni scoperte, ma questa è solo una guerra tra poveri. Il problema è nazionale e va affrontato con un provvedimento che tenendo conto delle reali ed attuali esigenze del sistema sanitario composto da pubblico e privato, ridisegni i criteri di accesso non solo alla facoltà di medicina, ma anche alle scuole di specializzazione. E se è vero com’è vero che mancano i medici, si abbia il coraggio di aprire delle finestre di tre-cinque anni senza numero chiuso. Se ne parla da anni e non si agisce mai». «Il passo ulteriore - per Salatto - dovrà essere quello di consentire, con tanto di controllo, le specializzazioni anche alla sanità privata accreditata che di fatto svolge un servizio pubblico. E poi i contratti. I medici mancano anche perché quei pochi rimasti scappano all’estero dove c’è una prospettiva di crescita professionale maggiore e i contratti sono più competitivi». Aiop auspica che le proprie proposte siano «interpretate al meglio dagli amministratori della Regione Puglia e da coloro che ci rappresenteranno di qui a qualche settimana in Parlamento, nella consapevolezza che è necessaria una nuova visione della risposta sanitaria».
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Quotidiano Di Puglia