Pronto soccorso, la denuncia di una turista: «Più di 7 ore di attesa tra pazienti doloranti e feriti»

Pronto soccorso, la denuncia di una turista: «Più di 7 ore di attesa tra pazienti doloranti e feriti»
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Lunedì 29 Agosto 2022, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 07:39

Una odissea lunga più di sette ore in attesa di ricevere cure mediche e assistenza, «tra pazienti doloranti e persone ferite e sanguinanti». La segnalazione - l'ennessima dello stesso genere - arriva ancora una volta da una turista, la quale nei giorni scorsi ha avuto necessità di recarsi in pronto soccorso all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce.

La denuncia della turista: «Più di sette ore in attesa tra pazienti doloranti e feriti»

"Amiamo il Salento, veniamo da oltre vent'anni ed abbiamo amici fraterni, persone meravigliose. Devo però segnalare l'assoluta disorganizzazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Vito Fazzi - ha denunciato la turista a Quotidiano nei giorni scorsi - sono qui con mio marito da sette ore per un problema ad un braccio, da indagare in quanto paziente oncologico soggetto a tromboflebiti.

Ci sono circa 50 persone in sala d'attesa, tutti insieme, pazienti doloranti e anche sanguinanti, e noi accompagnatori. Il tampone è stato fatto soltanto ai pazienti, a noi no, ma stiamo tutti insieme. Mio marito ha fatto il prelievo verso le 12 e basterebbe che un medico lo guardasse e refertasse per sapere cos'ha e regolarci, togliendo probabilmente il disturbo. Invece ha dovuto alzare la voce e minacciare un incolpevole addetto all'accoglienza per ottenere un minimo di udienza. Dalle 12  ha una cannula per prelievi attaccata e sta buttato in sala di attesa, in mezzo ad una marea di gente». Ma tra i pazienti in attesa, come denuncia ancora la signora, «c'è chi sta peggio, con tagli sanguinanti in testa. Non posso prendermela col personale, vittima di questo sistema, ma devo quanto meno segnalare».

L'Aiop: «Stop al numero chiuso a Medicina contro la carenza di dottori»

«La carenza di organici negli ospedali, non è solo una questione di risorse, ci vuole anche una buona dose di coraggio. Continuare con politiche spot per poi ritrovarsi sempre davanti lo stesso scoglio, è un gioco a somma zero, in cui perdono tutti amministratori, medici, cittadini». Lo dichiara Potito Salatto, presidente di Aiop Puglia, l’associazione ospedalità privata.

«È di questi giorni - prosegue - la polemica, nella nostra regione, tra sindacati e Asl sugli accordi con le cooperative private di medici per colmare le posizioni scoperte, ma questa è solo una guerra tra poveri. Il problema è nazionale e va affrontato con un provvedimento che tenendo conto delle reali ed attuali esigenze del sistema sanitario composto da pubblico e privato, ridisegni i criteri di accesso non solo alla facoltà di medicina, ma anche alle scuole di specializzazione. E se è vero com’è vero che mancano i medici, si abbia il coraggio di aprire delle finestre di tre-cinque anni senza numero chiuso. Se ne parla da anni e non si agisce mai». «Il passo ulteriore - per Salatto - dovrà essere quello di consentire, con tanto di controllo, le specializzazioni anche alla sanità privata accreditata che di fatto svolge un servizio pubblico. E poi i contratti. I medici mancano anche perché quei pochi rimasti scappano all’estero dove c’è una prospettiva di crescita professionale maggiore e i contratti sono più competitivi». Aiop auspica che le proprie proposte siano «interpretate al meglio dagli amministratori della Regione Puglia e da coloro che ci rappresenteranno di qui a qualche settimana in Parlamento, nella consapevolezza che è necessaria una nuova visione della risposta sanitaria».

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