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Il centro di Procreazione medicalmente assistita entro giugno sarà aperto presso l'ospedale Vito Fazzi di Lecce. Parola del direttore generale della Asl, Rodolfo Rollo, ascoltato in commissione regionale Sanità. Una buona notizia, da una parte, per le tantissime coppie salentine in cura, che da giugno prossimo dovrebbero tornare ad avere un punto di riferimento certo. Dall'altra, però, con le affermazioni di Rollo si perdono definitivamente le speranze di vedere riaperto il Centro Pma attivo fino al 2017 presso l'ex ospedale di Nardò, per anni fiore all'occhiello del presidio sanitario, nonostante a ottobre scorso la stessa Asl abbia annunciato ufficialmente il superamento di una serie di criticità evidenziate nel centro di Nardò a maggio 2017, che avevano indotto la Direzione Generale della Asl a trasferirlo presso il Fazzi, senza però riuscire finora ad attivarlo.
«Risultato raggiunto - dice il consigliere regionale di Fi, Paride Mazzotta, che insieme al collega di FdI, Antonio Gabellone, aveva chiesto l'audizione -.
Per l'avvocato Stefano Martina, che insieme alla collega Silvia Biancucci assiste da anni le oltre cento coppie che erano in cura a Nardò, però, si tratterebbe solo di un'ulteriore perdita di tempo: il Centro Pma a Lecce non esiste ancora, mentre a Nardò potrebbe essere riaperto anche subito. «Rollo - dice - ha detto chiaramente che tutte le criticità riscontrate nel 2017 sono state rimosse. La Asl però ha chiesto a ottobre scorso un ulteriore controllo da parte del Centro Nazionale Trapianti per verificare le criticità superate e quindi riaprire il Centro di Nardò. Non si capisce perché si debba perdere altro tempo in ulteriori controlli a scapito di tutte le coppie che hanno visto interrompersi, per alcune definitivamente, il sogno della genitorialità, visto che il Regolamento regionale relativo alla Pma,prevede che le verifiche sul possesso e sulla permanenza dei requisiti generali e di quelli strutturali, impiantistici, tecnologici e organizzativi debbano essere effettuati dai Dipartimenti di Prevenzione della Asl competente per territorio e non dal Cnt, che potrebbe addirittura non rispondere alla richiesta». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia