Porto Miggiano: chieste le assoluzioni e il dissequestro degli accessi al mare

Porto Miggiano: chieste le assoluzioni e il dissequestro degli accessi al mare
Hanno osservato alla lettera le indicazioni contenute nel progetto. Compresi gli adeguamenti. Argomentando questi concetti, il collegio difensivo ha chiesto l’assoluzione di...

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Hanno osservato alla lettera le indicazioni contenute nel progetto. Compresi gli adeguamenti. Argomentando questi concetti, il collegio difensivo ha chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati nel processo che contesta il deturpamento della costa di Porto Miggiano, a Santa Cesarea Terme, con i lavori di consolidamento effettuati dall’autunno del 2011 fino alla primavera del 2013. Altra istanza arrivata dai legali riguarda il dissequestro degli accessi alla baia. Lì dove ci sono i sigilli dal 20 marzo del 2013. Puntualmente violati dai bagnanti: centinaia durante l’estate, come i pochi che si sono goduti lì domenica scorsa il calore tenue ed il mare tiepido dell’estate di metà ottobre.

La sentenza del giudice del processo, Pasquale Sansonetti, era attesa per ieri, ma è stata rimandata al 24 ottobre: tanto perché il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, ha chiesto di replicare alle tesi esposte dagli avvocati difensori Massimo Marangio, Luigi Rella, Stefano De Francesco, Angelo Dibenedetto, Anna Celenia Solda, Giovanni Baldassarre, Silvestro Lazzari, Francesco Galluccio Mezio, Mauro Finocchitto e Fabio Catini. Fuori dal coro l’avvocato Dimitri Conte nelle vesti di difensore di Luigi Stanca, di Soleto, funzionario della “Struttura tecnica regionale periferica” e firmatario del parere fornito da quell’ufficio nel 2009: per Stanca l’accusa ha chiesto l’assoluzione. 
Sulle posizioni degli altri imputati si sono incentrate le arringhe di ieri. E cioè per l’ex sindaco di Santa Cesarea Terme Daniele Cretì (un anno di reclusione e 30mila euro di ammenda, la richiesta); Salvatore Bleve, di Cerfignano, dirigente dell’Ufficio Tecnico del comune (chiesto anche per lui un anno). Otto mesi di reclusione e 25mila euro di ammenda per gli altri imputati: Francesca Pisanò di Tricase, collaudatore dell’opera; i progettisti Antonio De Fazio di Bologna, Giovanni Bosco di Roma, Mario Rotolo di Monopoli, Maria Grazia Doriano di Vico Equense, amministratrice della società Cem, esecutrice dei lavori; Francesco Leo di Bari, incaricato della progettazione dell’opera; e Daniele Serio di Lecce, direttore dei lavori.
 
Da assolvere perché l’iter progettuale sarebbe stato eseguito correttamente, con gli adeguamenti richiesti e senza realizzare alcuna opera abusiva. E quella spianatura della costa a picco sul mare? Necessaria, per il concreto pericolo di crollo della falesia.
La tesi della Procura è che invece non furono eseguiti affatto lavori di consolidamento, ma solo volti ad agevolare la balneazione e favorire la ricettività turistica.

Ancora una settimana ed il giudice metterà un primo punto ad una questione tanto controversa.  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia