«Siamo grati alla vita per averci dato questa seconda opportunità. Il peggio, grazie a Dio, adesso è alle spalle ma quei trenta giorni trascorsi in ospedale...
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Nella voce c’è tutta la consapevolezza di aver vissuto un incubo, un incubo dal quale sono finalmente usciti. Ma quei giorni trascorsi nell’ospedale di Galatina nella fase acuta dell’infezione e quelli passati nell’ospedale di San Cesario quando il peggio era ormai alle spalle, difficilmente verranno cancellati. Nicola Pastore è stato il primo a risultare positivo al Covid 19 ed il primo ad essere trasferito d’urgenza presso il reparto Malattie infettive del “Santa Caterina Novella”. E stessa sorte è toccata alla moglie Cristina Zagaria, sottoposta a tampone dopo tante insistenze ed anche lei traferita a Galatina.
«Il quadro clinico di miomarito era quello più grave e per lui si è reso necessario anche l’ossigeno». Giorni interminabili, vissuti con la paura che la situazione potesse peggiorare ulteriormente. «Siamo stati sottoposti ad una terapia d’urto, ci venivano somministrati farmaci più volte al giorno; avevamo il terrore che stessa sorte potesse toccare ai nostri due figli. Fortunatamente però i bambini sono risultati negativi al tampone». Giorni interminabili trascorsi tra paure e speranza: «I medici e tutto il personale sanitario ci hanno seguiti costantemente in maniera professionale e con una umanità difficile da descrivere. Siamo grati al primario, dottore Tundo, agli infermieri, agli operatori sanitari, al personale delle pulizie ed a tutti quelli che ci sono stati accanto in questi interminabili giorni. L’assessore Delli Noci invece ci ha tenuti informati sulle condizioni dei nostri due bambini seguiti dalla pediatra».
Nicola ed Enrica, dopo 22 giorni nel reparto Infettivi di Galatina, passato il peggio, sono stati trasferiti presso l’ospedale di San Cesario (Polo riabilitativo Covid 19). E qui l’esito del tampone a cui sono stati sottoposti ha finalmente dato esito negativo. «È stata una liberazione, la fine di un incubo. Ma è stata anche un’opportunità per riflettere sui valori della vita, per apprezzare l’umanità delle persone». E sulla vicenda relativa alla presunta presenza di tifosi dell’Atalanta (la sera prima del match contro il Lecce) tengono a fare una precisazione: «Nel nostro locale non c’era nessuna tavolata con tifosi bergamaschi, la foto circolata sui social è falsa visto che quella che si vede non è la sala della nostra pizzeria. Si è detto di tutto. Ma adesso non vogliamo pensarci, ora vogliamo soltanto mettere alle spalle questa vicenda e riabbracciare i nostri figli».
Un abbraccio che potrebbe avvenire nei prossimi giorni: «Stiamo seguendo le indicazioni dei medici, è una misura cautelare ma speriamo di poterli riavere con noi a Pasqua. Li abbiamo già visti in videochiamata e l’emozione è stata enorme». Tra una ventina di giorni Nicola ed Enrica si sottoporranno ad una nuova Tac per verificare lo stato delle lesioni polmonari, oltre ad una serie di esami ematici per valutare il decorso post ospedaliero e mettere definitivamente alle spalle questa drammatica esperienza. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia