Picchiava i figli con la scopa: mamma patteggia due anni

Picchiava i figli con la scopa: mamma patteggia due anni
Era accusata di aver picchiato i tre figli, colpendoli anche con una scopa. Una dipendente della Asl di Lecce, residente in un paese del Sud Salento, ha patteggiato due anni di...

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Era accusata di aver picchiato i tre figli, colpendoli anche con una scopa. Una dipendente della Asl di Lecce, residente in un paese del Sud Salento, ha patteggiato due anni di carcere con sospensione della pena. La denuncia era partita dall’ex marito della donna, padre dei bambini. Secondo l’accusa, l’imputata avrebbe picchiato i tre figli minori anche con una scopa, minacciandoli di morte nel caso in cui avessero parlato e raccontato ad altri ciò che accadeva tra le mura domestiche.

I fatti nel 2022

 
I fatti sono avvenuti la scorsa estate, nel mese di luglio del 2022. A formulare l’esposto, come si diceva, era stato il papà dei ragazzi, che si era presentato dai carabinieri assistito dall’avvocato Gianluca Ciardo dopo aver raccolto le confidenze dei figli. Durante le indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura di Lecce Erika Masetti, il Tribunale di Lecce aveva anche disposto un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare che, a quanto pare, stando alle contestazioni, era stato violato in almeno una circostanza. Da qui l’accusa, oltre che di maltrattamenti in famiglia, anche di violazione delle prescrizioni dell’autorità giudiziaria. Sempre nel corso delle indagini, il pubblico ministero aveva chiesto e ottenuto l’ascolto di due figli della donna con la formula dell’incidente probatorio. I bambini si erano quindi presentati dinanzi al giudice per le indagini preliminari Marcello Rizzo e, in qualche modo, avevano confermato ciò di cui la madre era accusata. La donna, difesa dagli avvocati Giuseppe e Gabriele Presicce, avrebbe picchiato i figli per motivi banali, a volte colpendoli con una scopa, altre volte con schiaffi sul viso e sul corpo. Non sarebbero mancate, poi, le offese (i piccoli sarebbero stati definiti “mostri”) e le minacce se avessero raccontato ad altre persone le violenze subite. 

Il braccialetto elettronico


La dipendente Asl, inoltre, era accusata di aver violato più volte i divieti imposti dal Tribunale appostandosi vicino all’abitazione in cui risiedevano i figli o transitando nei pressi dell’abitazione dei nonni. Proprio a causa di questi comportamenti, il pubblico ministero aveva disposto a suo carico l’applicazione del braccialetto elettronico. Al termine dell’udienza preliminare dinanzi al giudice Sergio Tosi, la donna ha patteggiato due anni di carcere con sospensione della pena per l’accusa di maltrattamenti, così come concordato dagli avvocati insieme al pubblico ministero. Contestualmente è stata revocata la misura dell’applicazione del braccialetto elettronico. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia