Duplice omicidio di via Montello, il pg: “Nessuna infermità, ergastolo e isolamento”

Duplice omicidio di via Montello, il pg: “Nessuna infermità, ergastolo e isolamento”
Il procuratore generale Antonio Maruccia, al termine della requisitoria dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello (presidente Vincenzo Scardia) ha chiesto la conferma...

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Il procuratore generale Antonio Maruccia, al termine della requisitoria dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello (presidente Vincenzo Scardia) ha chiesto la conferma dell’ergastolo con l’aggiunta dell’ isolamento diurno per Antonio De Marco, killer reo confesso di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, uccisi nel settembre 2020 a Lecce in via Montello. 

Le parole di Maruccia

“Nella storia giudiziaria e criminale del distretto è una vicenda che si distingue per l’efferatezza e la crudeltà del duplice omicidio. È un fatto che ha ferito il sentimento di tutti. Dopo 41 anni anche io mi accingo a parlare di questa vicenda con freddezza, ma senza nascondere un tratto di emozione. La vicenda umana non può non toccare le corde del sentimento e della ragione di ognuno di noi. È stata l’apoteosi del sadismo e della cattiveria deliberata e lucida” ha esordito il pg. 

“Le due vittime - ha proseguito - sono l’emblema dei valori per cui una vita va vissuta. Sono due giovani bellissimi, con una prospettiva di vita straordinaria. Daniele arbitro di serie C, che sarebbe stato promosso, Eleonora nostra stagista e brava a tal punto da aver trovato un altro lavoro. Una vita fondata sul sacrificio e non costruita sul fotoromanzo. Due ragazzi che lavorano, si impegnano, studiano e realizzano un sogno d’amore”. 

“Quando queste due persone cadono per mano di un disegno lucido di una persona disturbata, ma responsabile cosciente, la vicenda assume un carattere e profilo di inaccettabilità per la sensibilità media di ciascuno di noi”, ha rilevato. 

Il movente è l'invidia


“Il movente- ha detto Il pg Maruccia - è l’invidia, un odio mirato e personale che si è mantenuto nel processo e dopo il processo. Una causale potente”. Quindi impossibile secondo la procura generale concedere le attenuanti generiche per la confessione resa. Nè considerare alcuna infermità mentale, e quindi incapacità di intendere e volere, una “ricerca di un calcio d’angolo che ributti la palla in mezzo”. “Il solo fatto che questa persona - ha aggiunto - abbia commesso un fatto orribile non vuol dire che sia incapace di intendere e volere”. 


Il procuratore ha descritto la scena del delitto, particolarmente cruenta. Il sangue, i bigliettini, le fascette. Il percorso di De Marco. Ha ricordato le immagini riprese delle telecamere. E poi ha analizzato a lungo il profilo psicologico di De Marco, escludendo patologie tali da determinare infermità totale o parziale. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia