«Le indagini sui genitori di Lucio devono proseguire». Così si sono espressi ieri gli avvocati di Umberto Durini e Imma Rizzo, mamma e papà di Noemi...
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Nel corso di un'udienza non priva di momenti di tensione, i legali dei genitori della vittima hanno cercato di spiegare perché bisognerebbe continuare a scavare in questa vicenda, sostenendo che il giovane - recentemente condannato a 18 anni e 8 mesi di carcere per l'omicidio - non possa aver fatto tutto da solo. E per avvalorare questa ipotesi, hanno prodotto una corposa documentazione tecnica su cellulari e altri dispositivi elettronici.
Da parte sua, il sostituto procuratore Donatina Buffelli ha insistito nel chiedere l'archiviazione delle indagini nei confronti del padre e della madre di Lucio (assistiti dagli avvocati Luigi Piccinni e Stefano De Francesco), accusati rispettivamente di occultamento di cadavere e favoreggiamento personale, e di Fausto Nicolì (difeso dall'avvocato Luca Puce), il meccanico di Patù tirato in ballo proprio da Lucio durante la sua detenzione.
Dopo la discussione, che si è protratta per alcune ore, il giudice Brancato si è preso del tempo per decidere. Tre le strade che si aprono a questo punto: l'archiviazione, così come chiede la Procura; un supplemento di indagine, come invocato invece dai familiari della ragazza; oppure l'imputazione coatta per i tre indagati.
Il coinvolgimento dei tre adulti è un'appendice del processo principale, che si è svolto invece davanti al Tribunale per i minorenni e ha visto come unico imputato, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, l'allora 17enne Lucio M. Giudicato con rito abbreviato, il giovane, diventato nel frattempo maggiorenne, è stato condannato, poco più di un mese fa, a 18 anni e 8 mesi di reclusione. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia