«Dispiace doversi trovare nell'occhio del ciclone senza avere nulla da rimproverarsi». A dirlo Ottavio Narracci dopo la chiusura delle indagini sul presunto uso...
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A portarlo ai domiciliari un teorema della Procura di Potenza che lega quella vicenda ormai archiviata, visto che la sentenza era passata in giudicato, alla condotta del pm Emilio Arnesano e del direttore della Medicina del Lavoro, Carlo Siciliano. L'assioma dal sapore aristotelico è racchiuso in poche righe che il gip scrive per motivare il reato di corruzione contestato a Narracci partendo dal presupposto che Siciliano, amico del pm e dello stesso Narracci, abbia brigato per aiutare l'allora direttore generale della Asl Bat ad ottenere l'assoluzione. Per l'accusa, infatti, Arnesano si sarebbe impegnato «personalmente, quale pm di udienza, in una strategia processuale tesa a fare ottenere l'assoluzione» dal reato di peculato a Naracci.
Nell'ordinanza si legge: «In effetti Arnesano è stato lo strumento per ottenere l'assoluzione. Siciliano, amico di Narracci, nonché amico e suo subordinato, ha avuto tutto l'interesse a mettere il suo amico pm a disposizione di Narracci. Anche Narracci è partecipe del piano criminoso di cui è stato il diretto beneficiario; infatti, anche se non vi sono conversazioni che hanno ad oggetto tale vicenda». Ai magistrati non torna il fatto che analizzando il traffico telefonico di Arnesano il 30 novembre 2016 risultano due telefonate verso il cellulare di Narracci a cui lui non risponde e neppure richiama. Per i magistrati sarebbe la prova regina che l'utenza era nota a Narracci e che non rispondeva per prudenza.
Il processo per peculato e abuso d'ufficio prese le mosse da un esposto anonimo, inviato alla Procura di Lecce. Una mano che evidentemente non voleva essere identificata descriveva una presunta propensione di Narracci all'uso disinvolto dell'auto blu. Nero su bianco si descrivevano i viaggi da Lecce a Fasano (la città in cui all'epoca viveva con la sua famiglia) con l'auto guidata dall'autista della Asl affermando che fossero fatti per motivi personali.
Narracci raccontò un'altra storia. Gli spostamenti venivano effettuati per ragioni di servizio (congressi, riunioni, attività istituzionale, sostituzione del direttore generale) e la sosta a Fasano serviva per far proseguire Narracci con la sua auto evitando di impegnare per molte ore l'autista dell'Azienda sanitaria.
Era il gennaio del 2013 quando scoppiò la bufera che investì Narracci accusato di farsi portare da Lecce a casa con l'auto di servizio. Le indagini si chiusero a novembre del 2014 e il rinvio a giudizio, per peculato e abuso d'ufficio, arrivò quando era già insediato al timone della Asl Bat.
Alle sue spalle 27 anni nelle aziende sanitarie con incarichi dirigenziali di crescente responsabilità, sino a quello di direttore generale della Asl di Lecce.
Le stellette da direttore generale se le era guadagnate già nel 2011 quando ha acquisito l'idoneità allo svolgimento dell'incarico. Medico a 25 anni (si è laureato nell'84 in medicina nell'Università di Bari), l'anno successivo si iscrisse all'Albo dei medici della provincia di Brindisi. Due specializzazioni: in Ematologia Generale e in Igiene e Medicina Preventiva. Da questo bagaglio culturale è partito per costruire la sua carriera. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia